Coronavirus, 5791 casi in Lombardia. Gallera: “Ospedali in difficoltà”

Caterina Franci 10 Marzo 2020

Sanità

MILANO – “Continua la nostra corsa per fermare l’apice dell’epidemia, negli ultimi due giorni abbiamo assistito ad una maggiore presa di consapevolezza da parte dei cittadini, ma forse misure più drastiche per limitare, al massimo, le interazioni sociali e i contatti sono l’unica soluzione per invertire la tendenza. La nostra situazione sanitaria è in una fase molto delicata, ci sono diversi presidi, come quelli di Bergamo e Cremona, che sono allo stremo”.

Lo ha detto l‘assessore alla Sanità e al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera durante la conferenza stampa odierna indetta a Palazzo Pirelli per fare il punto, come oramai da due settimane a questa parte, sull’emergenza Coronavirus nella nostra Regione.

Gallera ha diffuso il bollettino sanitario: ad oggi il totale dei casi positivi è 5791, di cui 3319 ricoverati (505 in più in un solo giorno). 466 i pazienti in  terapia intensiva, 896 le persone dimesse, 468 i decessi, 135 in più di lunedì. E’ Bergamo la provincia con il maggior numero di casi positivi, oltre 1400. A Lecco sono stati registrai 89 casi (seguiranno i dati Provincia per Provincia).

“Il dato che ci ha portato a chiedere al Governo centrale di prendere in considerazione l’attuazione di maggiori restrizioni in Lombardia, con il blocco totale delle attività, è quello relativo a Codogno e a Lodi: la prima zona rossa della Regione è quella dove oggi i contagi sono in netto calo. Questo fa riflettere” ha detto Gallera. Una posizione decisa e riassunta anche dal Governatore Attilio Fontana, presente personalmente in conferenza dopo il termine dell’isolamento a cui si era sottoposto, insieme alla Giunta, dopo che una sua dipendente e in seguito l’assessore Mattinzoli erano risultati positivi al Covid19.

“E’ stata una giornata molto impegnativa, ma ci sono anche buone notizie: dai dati che abbiamo esaminato legati alla zona rossa Lodi-Codogno abbiamo visto che in quella zona l’evoluzione dell’infezione si sta invertendo”. Così Fontana, ricordando l’incontro avuto oggi, martedì, con i sindaci della città capoluogo di provincia. “Ci siamo confrontati e abbiamo riconosciuto tutti l’urgenza di chiedere al Governo misure più stringenti. Se i numeri si riducono dove ci sono state introdotte delle misure rigorose vuol dire che funziona ridurre la vicinanza sociale e i rapporti delle persone. Dobbiamo insistere, l’unica medicina è questa”. Fontana ha sottolineato la lettera dei sindaci, la richiesta presentata da tutti i tre sindacati principali e di diverse categorie imprenditoriali favorevoli a stringere le misure fino a sospensione temporanea di ogni tipo di attività. “Il sistema sanitario è vicino ad un momento di difficoltà. Dobbiamo invertire la tendenza prima”. Come spiegato, il Governo si riunirà domani mattina per valutare le richieste della Regione. “Speriamo comprendano la reale emergenza e ci diano retta” ha concluso Fontana.

Prosegue, intanto, l’impegno per estendere il perimetro delle terapie intensive nei presidi ospedalieri lombardi interessati dall’emergenza: “Ad oggi abbiamo a disposizione un totale di 644 posti letto nelle terapie intensive per i pazienti Covid – ha fatto sapere Gallera – dopo i 223 posti in più di ieri stiamo per aggiungerne tra i 150 e i 200. Da quando è iniziata l’emergenza sono stati 778 i pazienti gestiti in terapia intensiva, 103 sono stati dimessi, 80 sono deceduti. Stiamo pensando di realizzare reparti per la degenza dei pazienti in via di dimissione presso gli spazi fieristici o nelle cure intermedie delle strutture socio-sanitarie”. L’assessore ha concluso: “Stiamo ampliando al massimo la nostra capacità di accoglienza ma è una corsa contro il tempo, dobbiamo invertire al più presto la tendenza”.