ERBA – “Io oggi, dopo aver riflettuto molto su questo aspetto, ho deciso di restare a casa con i miei familiari e riposarmi dalle fatiche settimanali dovute agli impegni di lavoro e agli impegni della politica”. Michele Spagnuolo dice “no”: “Ringrazio per l’invito, ma non vado oggi alla Lariopolda!”. Il capogruppo del Pd di Erba ha deciso di non partecipare alla manifestazione in corso a Villa Olmo (vedi articolo di presentazione).
Come motiva questa scelta? “Non è per polemica, contrasto, opposizione, ma semplicemente perché amo i contributi costruttivi e utili per la comunità intera, e non amo le iniziative che conducono a divisioni o che alimentano i rischi di contrasto o che portano a polemiche”, afferma Spagnuolo.
“Sono sempre stato convinto, e lo sono ancora, che l’attività politica legata al Pd debba svilupparsi dentro il Partito Democratico: non si può stare ai margini e pretendere di guardar agli elettori che non sono del Pd, ma anche al Pd per sfruttare, in modo assolutamente speculativo, sia i vantaggi che vengono dall’interno del Partito Democratico, sia quelli che vengono dai soggetti non propriamente vicini al Pd”.
Insomma fa leva sulla coerenza Spagnuolo: “Matteo Renzi è il segretario del Pd e organizza la “Leopolda” da Presidente del Consiglio e da segretario del Pd. L’identità è certa. Oggi si organizza un evento, la “Lariopolda”, che emula, imita, la “Leopolda”. Va bene! Per carità! Ma in concreto, qual è lo scopo? E’ utile alla crescita del comunità? È utile alla crescita del Pd e, quindi, anche di una comunità degli elettori che ha votato per oltre il 40% il Partito Democratico?“, si chiede il capogruppo erbese.
“Io credo che gli elettori che hanno dato fiducia al Pd alle ultime elezioni vogliano vedere un Partito in crescita e unito. La politica la comprendo solo se è utile alla comunità e non ha finalità speculative particolari. Io la politica la capisco come strumento di intermediazione tra cittadini e istituzioni, ma mai come “occupazione di posizioni”: se il “renzismo” ha segnato una grande novità nel panorama politico nazionale, questo lo deve essere sino in fondo, ma lo deve essere come difesa di “valori non negoziabili” e come crescita e innovazione”.
La “Lariopolda” rappresenta questo? “In caso affermativo, sono perfettamente d’accordo. Se invece è solo un modo per dire: “sono del Pd, ma anche no”, allora non mi va bene. Mi ricordo un vecchio, ma attuale motto che dice: “Non sì è né carne, né pesce”. Avrei preferito che fosse stata organizzata come “Lariopolda” coinvolgendo anche il Pd come partito provinciale e locale. Del resto, tra gli organizzatori, ci sono soggetti che sono stati candidati, in alcune recenti competizioni, alle elezioni amministrative locali e alle elezioni provinciali, sotto la bandiera del Partito Democratico. Io sono stato tra i c.d. “renziani” della prima ora, ma sempre dentro al Pd. Lo stesso Matteo Renzi è sempre stato nel Pd, e lo stesso Matteo Renzi è del Pd e ha precisato che non vuole le correnti e che basta con i renziani territoriali o i piccoli renzini. Io concordo e mi muovo, come sempre, dentro il Pd con grande coerenza, dignità e convinzione. Preferisco un congresso, o un convegno aperto, e preferisco sempre posizioni molto chiare, e non situazioni di cui non si capiscono con certezza le finalità: se cioè le finalità siano di interesse generale, oppure di interesse particolare. Se si vuole, cioè, far crescere il gruppo, oppure il singolo che vuole usare il gruppo. Mi auguro, e spero, sempre la prima ipotesi. Ma se è così, qualcosa deve cambiare: bisogna muoversi per aggregare, e non per dividere! In una direzione unitaria, ci si può ritrovare tutti!”.