PUSIANO – Numeri, tanti numeri quelli snocciolati dal parlamentare Nicola Molteni a Pusiano, ieri sera, giovedì 7 novembre, alla serata sul patto di stabilità.
A fare gli onori di casa il sindaco, Andrea Maspero, e l’assessore Alessio Colzani. Gli ospiti dell’appuntamento, cui era invitata la cittadinanza, hanno spiegato i paradossi dell’Italia, concentrando in particolare l’attenzione sul vincolo del patto di stabilità che impedisce ai Comuni di utilizzare per il proprio paese il denaro in cassa.
A Pusiano, per esempio, ci sono 59 mila euro a disposizione ma lo Stato impedisce all’amministrazione di usarli per le opere di cui il paese necessita. Niente pulizia dei torrenti, con le conseguenze che possono esserci sul discorso idrogeologico; rimandata a data da destinarsi la realizzazione del marciapiede su via Mazzini verso Cesana, incrociando le dita che non succeda nulla di grave; da attendere il rifacimento del sagrato della Chiesa, in programma da anni per avere una piazza che possa definirsi tale; niente spogliatoi per il campo da calcio, con tutte le difficoltà che questo comporta per gli utilizzatori… E viene da chiedersi per quanto ancora si potranno garantire la manutenzione del verde e delle strade e la rimozione della neve. E poi i tagli: meno 5 mila euro sulla scuola elementare e media, meno 3.500 euro per le borse di studio, meno 4 mila euro per l’acquisto di libri in biblioteca, meno 10 mila euro per la scuola materna…
Soldi “bloccati” e soldi “sprecati”. Tanti gli esempi citati dai relatori. La Salerno-Reggio Calabria per esempio. La Lega ha presentato un emendamento per destinare i 330 mila euro della strada sulla Tremezzina. “Altra richiesta dei sindaci è quella di escludere dal patto di stabilità le spese di investimento per la sicurezza – ha spiegato Molteni – E’ necessario che i Comuni la possano garantire ma senza soldi non possono che tagliare anche su quella”.
Presente anche l’ex parlamentare Erica Rivolta che ha sottolineato come in questa lotta contro il patto di stabilità occorre che gli amministratori siano tutti uniti, a prescindere dal colore politico, senza rischiare di perdere occasioni d’oro per il territorio.