
PONTE LAMBRO – La petizione relativa all’eliminazione della tassa di scopo che sarebbe servita al Comune di Ponte Lambro per far fronte all’ampliamento della scuola “A. Moro” ha portato alla luce una decisione importante dell’Amministrazione pontelambrese: non ci sarà nessuna opera pubblica sopra i 100 mila euro nei prossimi 3 anni.
Il punto all’ordine del giorno del Consiglio comunale di martedì 4 novembre si è aperto con la presentazione da parte del consigliere di minoranza Francesco Cocchiararo della petizione protocollata in Comune in data 6 ottobre (vedi articoli precedenti).
Cocchiararo ha ribadito i concetti già espressi in precedenza. “La tassa di scopo c’è e sfido chiunque ad affermare il contrario”, ha detto e, rivolgendosi alla maggioranza, ha aggiunto: “Voi dite che non avete ritenuto opportuno variare il piano triennale delle opere pubbliche: perchè?”. E ha infine sottolineato: “Già a luglio avevo chiesto di togliere la tassa di scopo”.
Anche la seconda firmataria della petizione, Maria Grazia Aldeghi, è intervenuta: “La gente non vuole spendere soldi su progetti che potrebbero non essere portati a termine”, ha precisato.

Il sindaco, Ettore Pelucchi, ha preso la parola dicendo di essere perplesso. “Quale entità ha la tassa di scopo? – ha chiesto – “Lo domando perchè non essendo stata definita alcuna tassa di scopo, non capisco che entità possa avere. All’interno di un pluriennale del 2010 della passata Amministrazione c’era scritto che, nel momento in cui si avesse fatto fronte a un finanziamemto, si sarebbe usata una tassa di scopo. Io, in minoranza, non mi sono mai arroccato su questo tema. Già ai tempi, infatti, la mia preoccupazione era un’altra: cioè sull’opera che la tassa avrebbe coperto. Il modo in cui il finanziamento è stato indicato dalla passata Amministrazione era una pura e semplice indicazione perchè tutte le opere si fanno con contributi di qualche genere. Questa è la mia prima osservazione. Perchè ci siamo accaniti su un dettaglio irrilevante, cioè la tassa di scopo, rispetto alla questione saliente che è l’opera?”.
Poi Pelucchi ha spiegato perchè il triennale non è stato modificato. “Nel triennale c’era l’ampliamento della scuola, ma, visto il suo lungo iter, e dato che non ho mai sposato questo progetto, ho ritenuto nei primi due mesi del mio mandato (cioè prima dell’approvazione del bilancio preventivo) che sulle opere pubbliche sopra i 100 mila euro non avrei fatto variazioni in vista della data del 15 ottobre entro la quale, con l’adozione del triennale, potevamo intervenire con più conoscenza e competenza. Bisogna riflettere per prendere decisioni su un’opera così importante. Abbiamo quindi costituito una commissione ad hoc che si occupa di Lavori pubblici, Ambiente e Territorio, con tutti i gruppi consiliari, per valutare tutti gli aspetti e stabilire la bontà del precedente progetto. E’ vero che le commissioni sono consultive, come sottolineato dal consigliere Cocchiararo, ma daranno alla Giunta elementi necessari per fare valutazioni corrette. In questo contesto, la tassa di scopo, per me, è solo un dettaglio. Prima di diventare effettiva avrebbe dovuto fare enne passaggi in Consiglio comunale. Io quindi non le ho mai dato nessuna importanza, visto che risale al 2008. Piuttosto mi sono fermato a vedere che abbiamo pagato i professionisti per fare un progetto e abbiamo aperto un mutuo (prima di 60, poi di 90 mila euro) e oggi non se n’è fatto nulla poichè ha grandi lacune”.
E poi l’annuncio di quanto deciso in sede di adozione del triennale: “Dopo un’attenta valutazione delle opere pubbliche sopra i 100 mila euro, abbiamo preferito togliere tutto e non inserire nulla in quel piano. In altre parole, non abbiamo in programma nessuna opera sopra i 100 mila euro per i prossimi 3 anni. Non siamo nelle condizioni economiche per permettercele. Le inseriremo solo se saremo sicuri della copertura finanziaria, ma non annunciamo opere che tanto slittano di anno in anno. Così vogliamo cambiare il modo di approcciare anche la programmazione di questo Comune“.
E, in effetti, che si tratti di una novità lo ha confermato anche Cocchiararo: “Credo sia la prima volta nella storia di Ponte Lambro che c’è un triennale a zero euro. Mi chiedo, quindi, cosa faremo nei prossimi 3 anni. Dove è finito, per esempio, l’intervento di via Cavriola? Senza contare poi che ci sarebbero 23 mila euro di spese di interessi che potremmo utilizzare. Avremmo la possibilità di contrarre mutui per 750 mila euro, ma il Governo ce lo impedisce. E poi si può anche andare a cercare contributi extracomunali, ma se azzeriamo tutto proprio non ci siamo”.

“State combattendo un fantasma, volete uccidere una cosa che non c’è – ha affermato Giacomo Frigerio – C’è un ragionamento del consigliere Cocchiararo che mi spaventa: continua a dire che le commissioni sono solo consultive. E’ vero, ma è innegabile che il nostro obiettivo è sempre stata un’apertura decisionale”.
“Non sto lottando contro nessuno – ha replicato Cocchiararo – Il fantasma era scritto nel bilancio pluriennale. Ora, togliendo la tassa di scopo, è stato fatto quello che io avevo chiesto di fare sin da luglio. Se l’Amministrazione, in quella circostanza, avesse espresso quali sarebbero state le sue intenzioni, avrei evitato di raccogliere 206 firme”.
E dopo la dialettica, il voto. Anche quello, però, ha creato non pochi imbarazzi. Il segretario, infatti, ha proposto due votazioni. La prima sulla petizione e la seconda sulla delibera del Consiglio in cui si prende atto del passaggio successivo alla presentazione al protocollo del Comune della petizione, cioè dell’adozione del triennale.
“E’ venuta meno la materia del contendere – ha spiegato il segretario – Il nuovo piano pluriennale 2015-17 non contiene l’ampliamento della scuola e, di conseguenza, nemmeno la tassa di scopo. La petizione non ha più motivo d’essere“.
“Quando la petizione è stata protocollata, lo scorso 6 ottobre, c’era ancora la tassa di scopo”, ha replicato Cocchiararo.
E’ seguito quindi un momento di confusione e il Consiglio è stato sospeso 5 minuti.
Ha ripreso la parola il sindaco, spiegando che “Non si può deliberare la cancellazione di qualcosa che è già stato rimosso, quindi, dato che la petizione non ha più motivo d’essere, si sarebbe proceduto con una doppia votazione“.
La prima votazione (quella sulla richiesta del consigliere Cocchiararo di eliminare la tassa di scopo) ha visto 4 voti favorevoli, quelli dei consiglieri di minoranza, e il voto contrario della maggioranza.
La seconda votazione (quella della delibera del Consiglio) ha visto il voto favorevole della maggioranza, contrario di Cocchiararo, Aldeghi e Massimo Paradiso e un astenuto, Primo Mauri.