Lavoratori e Comuni frontalieri. Fermi: “Lavoriamo per tutelarli”

Lorenzo Colombo 24 Febbraio 2015

Economia/Lavoro, Politica

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Alessandro FermiCOMO – “Lavoriamo per tutelare i 60.000 lavoratori frontalieri e le loro famiglie e salvaguardare i 400 Comuni di frontiera”. Così il Sottosegretario alle relazioni internazionali Alessandro Fermi commenta la sottoscrizione del Protocollo tra Italia e Svizzera in materia fiscale siglato in Prefettura a Milano dal ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan e dal capo Dipartimento federale delle finanze della Confederazione Svizzera Eveline Widmer-Schlump.

Il protocollo prevede lo scambio automatico di informazioni tra le autorità fiscali dei due Paesi (a regime dal 2017), un nuovo sistema di tassazione dei lavoratori transfrontalieri italiani, ma anche l’uscita della Confederazione elvetica dalla ‘black list’ dei Paesi che l’Italia considera non collaborativi in materia fiscale.

Questo passaggio è fondamentale per la piena applicazione della ‘voluntary disclosure’, il provvedimento varato dal governo italiano che ha l’obiettivo di spingere i contribuenti ad autodenunciare i redditi detenuti illecitamente oltreconfine con il pagamento delle imposte dovute e di sanzioni penali e amministrative ridotte.

“Continueremo a vigilare sull’evoluzione di questi accordi – prosegue Fermi – e in particolare sulle azioni che saranno intraprese da parte del governo, ma è fondamentale che il trattamento fiscale nei confronti dei frontalieri non subisca variazioni, soprattutto nella attuale situazione di particolare criticità legata alla liberalizzazione del cambio del franco svizzero. Quanto ai Comuni di frontiera il Governo italiano dovrà essere garante di un trasferimento di fondi equivalente a quello dei ristorni erogati fino ad ora dalla Svizzera”.

Il testo del Protocollo siglato a Milano prevede l’assoggettamento dei lavoratori frontalieri ad una imposizione limitata nello Stato in cui esercitano la loro attività lavorativa e anche all’imposizione nello Stato di residenza, mediante suddivisione del gettito fiscale derivante in ragione di un massimo del 70 per cento del totale dell’imposta prelevabile alla fonte da parte dello Stato del luogo di lavoro.

Per quanto concerne la tassazione – è stato sottolineato dai ministri italiano e svizzero – il carico fiscale totale sui frontalieri non sarà ne’ inferiore ne’ superiore a quello attuale. L’allineamento con la legislazione domestica dovrà essere molto graduale.

Domani, mercoledì 25 febbraio alle ore 16 il capo negoziazione della delegazione italiana, Vieri Ceriani, sarà a Palazzo Pirelli per la seduta della Commissione speciale insieme alle associazioni dei Comuni di frontiera e ai sindacati di parte italiana e svizzera.

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