LAMBRUGO – Aumentano le tasse a Lambrugo. Una scelta inevitabile visto il taglio di circa 180 mila euro dallo Stato centrale. Un ritocco che va a colpire la Tares e l’Irpef.
Nel primo caso, il Comune ha cercato di “difendere” le attività, poche, presenti in paese. “Per le utenze non domestiche, il 25%, parte fissa e variabile sono al minimo – ha spiegato l’assessore al Bilancio Gianluigi Ballabio – Per le utenze domestiche, invece, la parte fissa è al minimo, mentre per la parte variabile è stato scelto un livello medio: lo 0,8 (tra un minimo di 0,6 e un massimo di 1)”.
Nessuna agevolazione però sulla Tares. È invece prevista l’esenzione dall’Irpef per i redditi inferiori a 8.350 euro. Le aliquote, infatti, sono state variate. “Finora tutti pagavano lo stesso tasso, lo 0,5% – spiega l’assessore Ballabio – Ora, invece, a causa dei tagli dello Stato, siamo stati costretti a rivedere le aliquote e lo abbiamo fatto secondo i principi dell’equità e della solidarietà fiscale. Abbiamo quindi pensato di introdurre il discorso dell’esenzione e, così facendo, andiamo ad alleviare dal pagamento 404 persone. Per tutti gli altri, poi, sono stati stabiliti degli scaglioni. Fino a 15 mila euro il tasso è lo 0,55%; fino a 28 mila, lo 0,65%; fino a 55 mila, lo 0,75%; fino a 75 mila, lo 0,78% e oltre i 75 mila, lo 0,80%”. In questo modo la fascia più alta va a interessare 34 persone.
Voto contrario per entrambe le tariffe da parte della minoranza. In particolare, sull’Irpef Gianluca Scalzotto ha lamentato il peso dell’addizionale sul ceto medio: “Concordiamo sulla necessità di introdurre degli scaglioni ma avremmo preferito vederli distribuiti diversamente, proprio in nome di quella solidarietà sociale, per evitare vadano a gravare sul ceto medio che risulta così essere sempre il più colpito e anche quello che più rischia di andare in difficoltà”.