La Regione approva la legge che valorizza i prodotti locali

Lorenzo Colombo 13 Novembre 2013

Economia/Lavoro, Politica

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Alessandro Fermi consigliere regionaleMILANO – Via libera da parte del Consiglio regionale alla modifica della legge 31/08 (Testo unico in materia di Agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale) che valorizza i prodotti agricoli locali e promuove i mercati rurali sul territorio lombardo.

Particolare soddisfazione è stata espressa da Alessandro Fermi, consigliere PdL e presidente della Commissione Agricoltura, dove è stato elaborato il testo discusso in aula: “Con questa approvazione mandiamo un segnale forte ai cittadini e ai soggetti della piccola, media e grande distribuzione sul valore dei prodotti locali, su cui scommettiamo anche in vista di Expo 2015”.

Fermi tiene a sottolineare i vantaggi della norma approvata oggi in Consiglio: “Innanzitutto il costo certamente inferiore dei prodotti, il conseguente minor impatto sull’ambiente, la possibilità del controllo da parte del consumatore finale e l’evidente sostegno ai produttori locali”.

Il testo della normativa inserisce “il criterio preferenziale” per l’aggiudicazione delle gare d’appalto pubbliche “nella fornitura di prodotti agroalimentari per la ristorazione collettiva”, a chi sceglie l’utilizzo di “prodotti agricoli freschi, semilavorati e lavorati e di agricoltura biologica che seguano la stagionalità della terra e rispettino il principio della minore distanza di trasporto”.

Il criterio preferenziale è “ponderato secondo le prescrizioni indicate dal Codice degli Appalti (articolo 83, comma 1, decreto legislativo 163)”. Ciò significa, aggiunge Fermi, che “non abbiamo introdotto alcun vincolo per le amministrazioni di utilizzare i soli prodotti locali e non limitiamo affatto il potenziale del made in Italy, ma lanciamo un segnale di attenzione ai nostri prodotti che sono riconosciuti eccellenti in tutto il mondo”.

Infine il consigliere ha voluto precisare anche l’utilità, introdotta nella norma, “di precisi accordi quadro con la media e grande distribuzione per creare spazi destinati alla vendita esclusiva di prodotti agricoli regionali. Del resto, la tipologia dei consumatori che acquistano nella grande distribuzione e quella che lo fa nei mercati rionali non è differente. Oggi, stante i tempi molto più brevi a disposizione delle persone, tanti approfittano della comodità e della celerità degli acquisti nella grande distribuzione ed è quindi giusto dar loro la possibilità di trovare spazi che forniscano l’acquisto esclusivo dei prodotti locali”.

gaffuri luca pdQualche dubbio in merito alla nuova legge è stato però espresso dai consiglieri del Pd. “Filiera corta o, per meglio dire, locale, prodotti freschi e da agricoltura biologica, in particolare dentro le mense. E subito dopo una legge organica, che riordini il settore”: è quanto chiede il gruppo regionale del Partito democratico che ha approvato il progetto di legge in materia di mercati rurali e promozione dei prodotti locali, votato in Consiglio regionale.

Siamo completamente d’accordo con lo spirito di questa legge, l’unico dubbio che ci rimane è sulla tecnica legislativa utilizzata, ossia il fatto che si intervenga su un testo unico dell’agricoltura con la sola aggiunta di commi ad articoli pre-esistenti – ha detto il consigliere regionale del Pd Luca Gaffuri – Su questa scelta qualche riserva noi l’abbiamo: vorremmo, piuttosto, una normativa che vada a toccare tutti i settori della cosiddetta filiera corta e li regoli in maniera organica, coordinata. Le novità che andiamo a introdurre si inseriscono nei nuovi stili di vita, attenti a tutto ciò che è prodotto tipico e tradizionale. Esistono i gruppi di acquisto solidale, i distretti di economia solidale: è un modo diverso di intendere l’alimentazione e il suo consumo, anche in termini economici”.

E se la filiera piuttosto che “corta deve essere locale – ha spiegato Gaffuri –, perché è corta quando passa direttamente dal produttore al consumatore finale, quindi pure i kiwi della Nuova Zelanda acquistati direttamente dalla famiglia italiana, oggi i prodotti vengono definiti ecofriendly, si punta a diminuire gli sprechi, c’è, insomma, una nuova consapevolezza”. Ecco perché il Pd ha puntato molto sull’inserimento nella legge dei prodotti da agricoltura biologica come criteri per l’assegnazione degli appalti nella ristorazione collettiva: “Si tratta di 72 milioni di pasti all’anno solo nelle scuole lombarde – ha aggiunto il consigliere Pd –. Le aziende agricole che puntano sul biologico in regione sono 1512, le vendite si attestano su 1,6 miliardi di euro, ma solo il 2% viene coperto da produttori lombardi: lo spazio per intervenire è ampio, non è una nicchia e il trend è in crescita”.
Il Gruppo regionale del Pd sta infatti lavorando per creare il primo distretto rurale della Lombardia che sarà dedicato appunto all’agricoltura biologica e nascerà tra il cremonese e il mantovano.