ERBA – Il Circolo PD di Erba ha recentemente organizzato una videoconferenza con i consiglieri regionali Angelo Orsenigo e Gianni Girelli sull’emergenza sanitaria in Lombardia allo scopo di acquisire aggiornamenti sull’evolversi della situazione e di attivare un confronto diretto con i politici locali.
Durante l’incontro, i consiglieri Orsenigo e Girelli hanno presentato un’analisi, “obbiettiva e scevra da ogni intento polemico”, come precisato dal Circolo, della gestione di una crisi che ha colpito la Lombardia più di ogni altra regione italiana.
Pur precisando che di fronte alla violenza e alla rapidità della diffusione del contagio, con i conseguenti numeri esorbitanti di ricoveri ospedalieri, si era totalmente impreparati, i due consiglieri hanno spiegato gli errori che sono stati commessi nella gestione, in particolare su tre fronti: quello degli accertamenti diagnostici (tamponi) e della fornitura di dispositivi di protezione individuale, quello delle RSA e quello della medicina territoriale.
Secondo i due consiglieri, “inspiegabilmente per un tempo non giustificabile non sono stati somministrati tamponi non solo ai cittadini che lamentavano sintomi, ma addirittura agli stessi operatori sanitari impegnati instancabilmente in prima linea, che per giunta non sono stati dotati di tute e mascherine con il conseguente altissimo numero di decessi nelle loro fila”.
Il discorso è quindi proseguito sul coinvolgimento delle Rsa, a cui era stato chiesto di accogliere malati di Covid 19, poi “abbandonate a se stesse” senza nemmeno il controllo della reale applicazione delle misure di sicurezza: “La conseguenza è stata tragedia di centinaia di decessi tra gli ospiti senza che nemmeno a loro e agli operatori sanitari, per troppo tempo privi di dispositivi personali di sicurezza, fossero somministrati i test diagnostici”.
Per quanto riguarda nello specifico le Rsa comasche, si è quindi precisato: “I consiglieri del PD, inascoltati, avevano da subito fatto presente le criticità e i rischi di una simile scelta, proponendo l’utilizzo di ospedali dismessi per il ricovero di media intensità di malati convalescenti o ancora bisognosi di isolamento. In particolare il consigliere Orsenigo ha avanzato la proposta di attivare a questo scopo l’Ospedale Sant’Anna di Como che potrebbe ospitare 70 pazienti”.
Nel prosieguo della videoconferenza è stato quindi individuato come “altro grave errore” il mancato coinvolgimento delle ATS e dei medici di medicina generale nella gestione dell’emergenza, come hanno fatto, al contrario, ad esempio Vento ed Emilia Romagna. Il dato è stato letto come “conseguenza dello smantellamento di questi importanti presidi territoriali in Lombardia da parte dei governi di centrodestra negli ultimi venticinque anni”.
La Regione Lombardia ha da pochi giorni assicurato la messa in campo delle USCA che dovrebbero controllare e curare a domicilio i malati alle prime avvisaglie, ma, a detta di amministratori locali presenti alla videoconferenza, sul nostro territorio le USCA non esisterebbero e l’ATS di zona non fornirebbe alcun aiuto, nemmeno nelle emergenze.
Altri temi affrontati sono stati quelli delle criticità dell’ospedale alla Fiera, costato 21 milioni di fondi erogati da privati, che “avrebbero potuto essere utilizzati per potenziare le terapie intensive degli ospedali pubblici o per riattivare i numerosi ospedali territoriali chiusi dalle giunte di centrodestra per una non comprensibile ragione di economicità”.
A proposito della improbabile riapertura delle scuole, è stato riportato il caso del genitore di una bimba disabile che avrebbe fatto presente quanto sia penalizzante e stressante per questi bimbi la loro chiusura che ha interrotto il loro percorso educativo e il rapporto di socializzazione con compagni ed insegnanti. I consiglieri hanno risposto che questo è un problema serio, a cui si sta cercando di dare una soluzione.
A proposito della incontrollata diffusione del virus in Lombardia, i consiglieri hanno denunciato un altro grave errore dalla giunta lombarda, quello di non dichiarare immediatamente zona rossa le valli bergamasche in cui il contagio è esploso con maggior violenza, addossando la responsabilità al governo centrale, mentre la Regione avrebbe potuto prendere la decisione in autonomia.
A proposito, poi, della prossima riapertura delle attività, i consiglieri hanno informato che “in Regione regna ancora la più grande confusione: non si sa nulla di come verrà regolata, non c’è una cabina di regia, né organizzazione e i comuni non hanno direttive”. In ogni caso hanno richiamato tutti alla prudenza nell’allentamento del distanziamento sociale perché, anche se i dati stanno migliorando, ci si trova ancora in emergenza soprattutto in Lombardia e la fase 1 di fatto non si è ancora conclusa.
Per tutti i succitati motivi i consiglieri del PD hanno chiesto che si attivi una Commissione di inchiesta che faccia luce sulla gestione dell’emergenza da parte della giunta lombarda. Orsenigo e Girelli hanno a più riprese proposto alla maggioranza una collaborazione da parte dei consiglieri del PD e avanzato proposte che non sono state prese in considerazione.
“In conclusione – hanno fatto sapere dal circolo PD di Erba – ci si è detti tutti d’accordo che per il futuro, non appena l’emergenza sarà terminata, occorrerà rivedere il sistema sanitario lombardo, potenziando la sanità pubblica e la medicina di base con congrui fondi e assunzione di personale debitamente retribuito e approntare un concreto piano pandemico che permetta di affrontare in modo organizzato e razionale il rischio di una recrudescenza del virus”.
Alla videoconferenza hanno portato il proprio contributo anche il Segretario Provinciale del PD Federico Broggi, Veronica Proserpio Vice Sindaco a Proserpio, Maria Teresa Agati Assessore nel Comune di Ponte Lambro e Enrico Ghioni Consigliere Comunale a Erba.
“Il Circolo PD di Erba esprime la sua profonda gratitudine a tutti coloro che si sono spesi e si stanno spendendo con encomiabile abnegazione per la nostra salute ed è vicina a chi hanno perso una persona cara in queste tragiche circostanze senza il conforto della vicinanza dei propri cari e di esequie partecipate – hanno concluso -. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo lascerà cicatrici nel tessuto economico e sociale, ma impone ripensamenti sulla gestione della sanità a livello nazionale e regionale. Spetta alla politica prendere decisioni che devono tenere unicamente conto del benessere del paese e non della convenienza elettorale”.