ERBA – Dopo due mesi e mezzo di stabilità del greggio e dei raffinati, in questi giorni registriamo aumenti di prezzo alle pompe di benzina. Da fine giugno gli aumenti sono nell’ordine di 3 centesimi. Da 1,80euro/litro a 1,83 per quanto riguarda la benzina e da 1,70 a 1,73 per il gasolio.
Daniela Maroni, storica rappresentante comasca dei gestori di carburante, sottolinea che “le cause non sono imputabili al sistema distributivo. La crisi politica in Egitto e la caduta delle scorte degli Stati Uniti hanno alzato le quotazioni internazionali sul costo del barile, di conseguenza gli scatti sul prodotto finito. Gli aumenti hanno toccato tutta l’Europa. Il problema è sempre quello: in Italia, sul prezzo alla pompa, incidono le imposte, Iva e accise, che pesano per il 55%, circa 1 euro litro. Il gestore insieme al sistema distributivo incide solo per il 10%”.
Il consigliere segretario ribadisce il concetto: “Le imposte italiane sui carburanti sono le più alte dell’Unione Europea. Ho chiesto per la prossima settimana un incontro al presidente Roberto Maroni per condividere interventi possibili per questa situazione per allentare la morsa sulle famiglie e sull’economia”.
