ALBAVILLA – Per mesi è stato presentato come la “prova del nove” per l’Amministrazione albavillese, sabato 30 novembre è stato approvato il bilancio di previsione 2013. Oggi, però, il voto non era più decisivo come ha rischiato di esserlo per mesi. A sedere in Consiglio comunale nell’ultima seduta, infatti, c’era solo la maggioranza che, quindi, ha votato all’unanimità il documento.
Verrebbe quasi da dire “tanto rumore per nulla” ed è certo che anche il vicesindaco facente funzioni Carlo Cairoli si sarebbe risparmiato volentieri tanta preoccupazione di veder vanificato il lavoro svolto finora dopo l’elezione in consiglio regionale di Alessandro Fermi e di “subire” un commissariamento. Da allora, dopo l’allontanamento di Fermi dovuto alle elezioni di febbraio, a oggi, l’Amministrazione albavillese ha infatti vissuto mesi tormentati, con continui cambi ai vertici, entrate e uscite in Giunta e in Consiglio, fino alla rottura definitiva della maggioranza con la Lega, che ha abbandonato il Comune. Il rischio per la quota Pdl era che un possibile voto contrario al bilancio di Lega e minoranza (8 contro 8) “impallasse” la situazione. Con le dimissioni dei 3 esponenti Lega e il successivo abbandono anche della minoranza (tutti tranne una, Enrica Anzani, sabato assente), la maggioranza ha potuto votare il bilancio.
Un bilancio difficile, “all’osso”, con un taglio netto dei trasferimenti statali e una diminuzione forte degli oneri di urbanizzazione (dai 440 mila del 2012 ai 125 mila del preventivo 2013). Confermato l’aumento dell’Irpef dallo 0,3 allo 0,6, escluso per i redditi fino a 13 mila euro.
