Usura e tentata estorsione. Un arresto, sequestrati immobili e oltre 300 mila euro

viviana 19 Novembre 2021

Fuori provincia

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MONZA/MILANO – Usura aggravate e tentata estorsione i reati che hanno portato agli arresti domiciliari un 63enne residente nella provincia di Monza.

Secondo le indagini dei Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Monza, l’uomo avrebbe garantito prestiti a due imprenditori milanesi con tassi di interessi sopra la norma.

Per ricostruire la vicenda, dopo la segnalazione di operazione sospette, la Guardia di Finanza ha effettuato delle verifiche attraverso le analisi forensi dei cellulari e la disamina di documentazione contabile ed extra-contabile, scoprendo così la natura usurai dei prestiti (rispetto alla soglia legale massima di periodo del 18%).

La consegna e la restituzione del denaro, in contanti e con richiesta di assegno di garanzia, sarebbe avvenuta presso l’abitazione dell’indagato, ma anche nei bar e nei parcheggi dei centri commerciali brianzoli.

A cadere nella rete dell’estorsione due imprenditori milanesi, il primo dei quali sarebbe un agente di commercio e gestore di un Centro Benessere che avrebbe ricevuto dall’indagato un prestito in più tranches di circa 60.000 euro e avrebbe restituito, per diversi anni e a solo titolo di interesse circa 190.000 euro complessivi, con un tasso di quasi il 160% annuo. Oltre agli interessi altissimi, l’imprenditore avrebbe subito tentativi di estorsione con le minacce, rivolte anche ai familiari, per sollecitare il pagamento delle rate degli interessi.

Un secondo imprenditore, agente immobiliare di una società meneghina, a fronte di un prestito di circa
70.000 euro, avrebbe corrisposto, anche di recente e durante il lockdown dovuto alla pandemia, interessi per
oltre 145.000 euro, con un saggio del 40% annuo.

L’indagato però non era sconosciuto alle forze dell’ordine, sarebbe infatti stato già condannato una volta per reati analoghi.  I Finanzieri hanno così condotto indagini approfondite sulla situazione patrimoniale, del 63enne e del suo nucleo familiare, dalle quali sarebbe emersa un’assoluta sproporzione fra i redditi formalmente dichiarati e la reale ricchezza disponibile.

Il G.I.P. avrebbe così disposto il sequestro preventivo per la confisca di due immobili, in Brianza e in Puglia, e
provvedimento di sequestro per equivalente “fino alla concorrenza dei profitti illeciti conseguiti, determinati in oltre 330.000 euro”.

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