Epatite C, screening per le forze dell’ordine e i loro familiari

Caterina Franci 20 Gennaio 2020

Fuori provincia

MONZA – Informare le Forze di polizia e i Vigili del Fuoco della Brianza sul tema dell’epatite C e permettere loro, insieme ai familiari, di sottoporsi a un rapido “screening” su base volontaristica. Dando, quindi, l’esempio al resto della popolazione su quanto sia importante sottoporsi a controlli ed esami.

E’ questo, in sintesi, il progetto messo in campo da Cancro Primo Aiuto Onlus in collaborazione con la Prefettura di Monza e della Brianza e presentato ufficialmente oggi nella sede monzese di Assolombarda. Al tavolo dei relatori, Andrea Dell’Orto, presidente del Presidio monzese di Assolombarda, che ha fatto gli onori di casa, il prefetto di Monza e della Brianza, Patrizia Palmisani, vero e proprio “motore” del progetto, Flavio Ferrari, amministratore delegato di Cancro Primo Aiuto, la onlus promotrice dell’iniziativa, Oscar Massimiliano Epis, presidente del Comitato tecnico-scientifico di Cancro Primo Aiuto, che ha spiegato come verrà portato avanti il progetto, Stefano Casazza, direttore generale dell’ATS Brianza, coordinatrice del piano sanitario, e i rappresentanti di Regione Lombardia, il vicepresidente Fabrizio Sala e l’assessore al Welfare Giulio Gallera.

L’iniziativa è partita da Cancro Primo Aiuto che ha deciso di proporre un programma di informazione sull’HCV e uno screening rapido, attraverso l’esecuzione di test capillari per la rilevazione degli anticorpi (HCV-Ab), rivolti alle Forze di polizia e ai Vigili del Fuoco della provincia di Monza e Brianza (popolazione di pubblica sicurezza inclusa nel target di soggetti a rischio) e sui loro familiari, su base volontaristica. E ha trovato nella Prefettura di Monza e della Brianza una fattiva collaborazione che si è concretizzata nel coordinamento e nel coinvolgimento di tutti i soggetti interessati

L’iniziativa si svolgerà attraverso l’organizzazione da parte di Cancro Primo Aiuto di giornate dedicate allo “screening” della popolazione menzionata nell’arco di un anno presso il proprio ambulatorio “Medica Etica” di Seregno e/o in sedi messe a disposizione dalle Forze di polizia e dai Vigili del Fuoco, in presenza di personale medico e infermieristico offerto dall’associazione, che fornirà, ove richiesto, consulto all’esito del test. Inoltre, per permettere una corretta informazione sulla patologia, nelle sedi coinvolte nel progetto verranno affissi poster sull’importanza della diagnosi precoce. Tutto sarà effettuato nel rispetto assoluto della privacy della popolazione sottoposta a test.

Al termine dell’esecuzione del test, della durata di circa 20 minuti, verrà consegnato al soggetto testato un foglio in busta chiusa recante l’esito. In caso di positività all’anticorpo, sarà attivato il percorso ordinario di conferma della diagnosi e di inquadramento terapeutico con i centri di riferimento nella cura dell’epatite C con i quali Cancro Primo Aiuto ha condiviso il progetto: Presidio Ospedaliero di Vimercate, Ospedale San Gerardo di Monza e Grande Ospedale Metropolitano Niguarda.

Cos’è l’epatite C

L’epatite C è una malattia infettiva, causata dall’Hepatitis C virus (HCV), che colpisce in primo luogo il fegato. L’infezione è spesso asintomatica, ma la sua cronicizzazione può condurre fino alla cirrosi e al cancro del fegato. Eliminare l’Epatite C dal nostro Paese è l’obiettivo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità entro il 2030. Oggi esistono terapie in grado di eradicare il virus in poche settimane, efficaci nel 95% dei casi e senza effetti collaterali. Ad oggi sono stati trattati più di 200.000 pazienti, ma secondo le ultime stime ci sarebbero ancora oltre 200.000 pazienti da diagnosticare.

Specialisti e pazienti sono attualmente focalizzati sull’emersione del sommerso e sull’identificazione di efficaci modelli di diagnosi precoce.