Caglio, Erba

Speleologia, sabato e domenica a Caglio il raduno lombardo

Caterina Franci 17 Febbraio 2017

Caglio, Erba

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CAGLIO – Sarà Caglio, il fine settimana del 18-19 febbraio, a ospitare il prossimo Raduno Speleologico lombardo. L’evento è organizzato per conto di Federazione Speleologica Lombarda da Speleo Club CAI Erba e Gruppo Grotte Milano CAI SEM.

La volontà degli organizzatori è quella di portare il raduno nel territorio del Triangolo Lariano, un’area davvero ricca dal punto di vista speleologico. Trovare una sede adeguata, in particolare durante la stagione invernale, però non si è rivelata un’impresa semplice.

La situazione è stata risolta positivamente grazie alla collaborazione con la ProLoco di Caglio. L’associazione locale, che negli ultimi anni ha sempre inserito nel suo programma estivo una serata speleologica organizzata dal gruppo erbese, si è infatti resa promotrice dell’iniziativa presso l’amministrazione comunale che ha messo a disposizione gratuitamente la Sala Consiliare in Via Vittorio Emanuele II al numero 10.

“Come ormai da tradizione consolidata per quanto riguarda i raduni di Federazione Speleologica Lombarda – spiegano gli organizzatori – il pomeriggio del sabato sarà dedicato alle presentazioni degli studi, delle ricerche e delle esplorazioni più recenti effettuati dai gruppi speleologici regionali. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti gli interessati e i curiosi. La giornata di domenica sarà invece riservata agli speleologi con la convocazione dell’Assemblea di Federazione, un momento sicuramente meno conviviale ma altrettanto importante per la vita dell’associazione”.

Il programma del sabato si preannuncia ricco di novità. Infatti, nonostante Regione Lombardia sia ormai una delle pochissime regioni italiane a non essersi dotata di una legge riguardante la salvaguardia del patrimonio carsico e l’attività speleologica, gli speleologi lombardi continuano a ottenere risultati esplorativi significativi e a realizzare lavori di notevole livello.

Vale la pena ricordare la recente creazione di un database informatico riguardante il patrimonio carsico regionale. “Attraverso il sito www.speleolombardia.it/catasto è possibile farsi un’idea della distribuzione geografica delle oltre 4700 grotte note finora in Lombardia che, precisiamo, costituiscono solo una parte infinitesima dei vuoti presenti all’interno delle nostre montagne”.

Il progetto, denominato TUPACA (Tutela e salvaguardia del Patrimonio Carsico in Lombardia: organizzazione e gestione della banca dati speleologica) è stato realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo (Bando Capacity Building 2014). Per presentare il lavoro svolto al termine del progetto è stato organizzato un convegno, svoltosi al Palamonti di Bergamo nel novembre del 2016, e realizzata una pubblicazione di oltre 400 pagine, distribuita gratuitamente ai principali Enti territoriali, che fotografa l’attuale stato delle conoscenze del patrimonio carsico lombardo.

Per quanto riguarda le attività esplorative, nonostante nel luglio del 2016 il Complesso della Valle del Nosè abbia perso il primato di grotta più lunga d’Italia a favore del Complesso della Codula di Luna in Sardegna, il territorio comasco ha riservato comunque interessanti novità.

Nell’area del Pian del Tivano le maggiori soddisfazioni sono arrivate dal Bus de la Niccolina. Nella storica grotta, sfruttando dei brevi periodi di secca che hanno permesso il prosciugamento di alcuni passaggi normalmente allagati è stato percorso e topografato un nuovo ramo, denominato Ramo dei Mirabolanti, per uno sviluppo complessivo di circa 400 metri e resa agibile una prosecuzione nel ramo +Animal +Vegetal.

Il recentissimo periodo di magra ha permesso inoltre di realizzare un’esplorazione speleosubacquea all’interno della grotta presso Cascina Bacogna che potrebbe contribuire in maniera significativa alla conoscenza dei deflussi delle acque sotterranee nell’area del Monte San Primo.

Il paziente lavoro di revisione all’interno della Trona di Val di Burc presso Civiglio ha portato al reperimento di un secondo ingresso della cavità. La grotta, nota da sempre e esplorata speleologicamente già negli anni ’30 del secolo scorso, presentava infatti un ingresso soggetto a frane e smottamenti che ne hanno impedito l’acceso per lunghi periodi; la nuova apertura permetterà di accedere alla grotta con continuità.

Ampliando l’orizzonte all’intero panorama regionale il massiccio delle Grigne non smette mai di stupire con i suoi abissi verticali, con recenti exploit di notevole richiamo mediatico, così come l’area del Sebino occidentale dov’è in corso di esplorazione da ormai oltre dieci anni il Complesso Bueno Fonteno-Nueva Vida.

Significative novità arrivano anche dalla provincia di Varese dove gli speleologi sono impegnati da due anni nell’esplorazione della grotta Mattarelli che presenta uno sviluppo ormai superiore ai 4 chilometri e da Bergamo con nuove esplorazioni nell’area della valle del Giongo, alle porte del capoluogo.