Erba

La Pasticceria Sartori festeggia 60 anni di attività. Un successo tutto erbese

Caterina Franci 7 Novembre 2018

Erba

Le sorelle Anna (a sinistra) e Roberta fuori dalla vecchia sede di Sartori, in via Volta a Erba

 

ERBA – 1958, in via Volta Francesco Sartori e la moglie Carolina Rigamonti aprono la Pasticceria Sartori. Un’idea nata da una vecchia latteria e concretizzata in un locale che, accanto a dolciumi e prelibatezze, offrisse soprattutto un punto di riferimento per le famiglie erbesi.

“Nostro papà era innamorato di Erba e dei suoi abitanti, voleva che nella sua pasticceria le persone si sentissero come a casa”. Oggi sono le figlie Anna e Roberta a ricordare la brillante intuizione del padre, giunta all’importante traguardo dei sessant’anni. I tempi sono cambiati, la vecchia pasticceria si è trasferita in una nuova e più grande sede, sempre in via Volta, ma la voglia di accogliere e ‘coccolare’ i propri clienti da Sartori non è mai venuta meno.

L’interno della vecchia sede

 

La storica pasticceria, rinomata ben oltre i confini erbesi per i suoi prodotti (al primo posto ci sentiamo di mettere il panettone, il gelato e l’immancabile ‘Masigott’), festeggia i 60 anni di attività e lo fa ringraziando proprio quei clienti che, a detta delle titolari, Anna e Roberta, hanno contribuito a ‘scrivere’ questa storia di successo.

 

“Abbiamo preso in mano il lavoro di nostro padre intenzionate a mantenere saldi quei valori nei quali lui aveva creduto per tutta la vita” ha spiegato Anna Sartori, che in pasticceria si occupa di ricerca e sviluppo, oltre a seguire la produzione delle prelibatezze della casa. Con lei il marito Giuseppe,  che si dedica alla raffinata cucina. “In primo luogo l’amore per il proprio lavoro, quindi quello per la comunità. Papà era molto attivo in città, era stato anche consigliere comunale, ma soprattutto viveva per il lavoro, per la pasticceria e per i suoi clienti. Ferie? Credo di averlo visto lasciare il bar giusto negli ultimi anni, costretto da mia madre!” ha sorriso.

Il vecchio giardino di Sartori

 

“Quando ha aperto il bar, nel ’58, l’idea di papà era proprio quella di offrire agli erbesi un luogo dove rilassarsi, godersi un caffè, un gelato o un pasticcino staccando momentaneamente dalla quotidianità”. Dopo la scomparsa di Francesco Sartori, nel 2000, le figlie Anna e Roberta si rimboccano le maniche entrando ufficialmente in azienda e portando avanti la tradizione. “E’ ancora quell’idea che anima il nostro lavoro oggi, anche se non possiamo negare che la quotidianità odierna è molto cambiata rispetto a sessant’anni fa. Oggi tutto è molto più frenetico, fermarsi è difficile. Ma noi ci crediamo, e ci proviamo. Chi viene da Sartori deve riuscire a prendersi un momento per sé stesso, che entri per bere un caffè o per pranzare”.

Per offrire questa sensazione ai propri clienti Anna e Roberta insieme al loro staff lavorano quotidianamente sulla ricerca della qualità: “Per molti questo è un punto di arrivo, per noi è un punto di partenza – ha detto Anna – ogni giorno ci dedichiamo alla ricerca, alla sperimentazione, al confronto, partendo dal presupposto che percepire non è la stessa cosa di sentire, e che i nostri clienti non devono assaggiare qualcosa di semplicemente buono, ma che piace, a ciascuno di loro. Dire di un pasticcino ‘è buono’ non è la stessa cosa di ‘mi piace’. Se dico ‘mi piace’ vuol dire che quello che sto mangiando mi stimola e mi corrisponde. Per questo noi studiamo quello di cui le persone hanno bisogno, attraverso il cibo, che diventa così non nemico ma strumento di conoscenza”.

Da sinistra: Roberta, Giuseppe e Anna dietro al bancone della nuova sede della pasticceria, sempre in via Volta

 

Il nome di questo metodo è F.E.I.S., acronimo che sta per Fisico, Emotività, Intelletto e Spirito, e si concretizza ogni giorno nell’offerta di Sartori con prodotti bilanciati, frutto di ricerca e sperimentazione che partono da un nuovo modo di pensare: “Noi produttori dobbiamo per forza capire che quotidianità e occasionalità richiedono approcci diversi e nuovi. Sulla base di questo abbiamo così pensato di dividere i nostri prodotti in tradizionali, emozionali e d’avanguardia. C’è ancora molto da lavorare sull’ultima tipologia, difficile proprio perché in apparente contrasto con la tradizione, ma siamo positivi” ha detto Anna, che ha poi aggiunto: “Vogliamo ringraziare di cuore i nostri clienti per aver accettato di seguirci e sperimentare con noi, apprezzando il nostro lavoro. Anche quando nel 2013 abbiamo cambiato sede non ci sono state polemiche o un calo di clientela, anzi. La loro felicità e soddisfazione quando entrano in pasticceria per comprare qualcosa o assaggiare un pasticcino è il ritorno più grande del nostro lavoro e impegno”.

L’inaugurazione della nuova sede di via Volta, nel 2013

 

Quest’anno la Pasticceria Sartori è stata premiata con due riconoscimenti importanti, “Storie di vite e storie d’impresa” e il premio Imprenditoria Femminile. In vista del Natale Anna e il suo team di pasticceri (sei, ndr) stanno lavorando a una delle eccellenze dell’attività erbese, il panettone, per il quale Sartori è stato selezionato Maestro del Panettone d’Italia insieme ad altri venticinque pasticceri: “Questo è il periodo più duro dell’anno ma anche il più bello” ha assicurato Roberta, sorella di Anna, responsabile commerciale. Sartori sarà alla Fiera del Panettone di Milano il 24 e il 25 novembre, quindi a Lariofiere l’1 e il 2 dicembre.