ERBA – Si è tenuta sabato pomeriggio, presso la Biblioteca Comunale di Erba, la presentazione ufficiale di un nuovo servizio che vede l’adesione di quest’ultima alla rete nazionale ‘Rifugi’, un nome dato perché le donne in Biblioteca trovino un luogo in cui avere accesso ad informazioni utili in caso di violenza.

“La Biblioteca di Erba entra dal 2025 in una rete informale di istituzioni sensibili al contrasto alla violenza sulle donne – spiega la direttrice Enrica Atzori – Questo progetto è nato nel 2023 ed è stato lanciato da una casa editrice che si occupa di tematiche di genere e che, con l’appoggio di una associazione di promozione sociale che si chiama Percorso Donna, hanno invitato le librerie a essere dei luoghi in cui trovare le prime informazioni utili in caso di violenza“.

“Tutto il personale della Biblioteca ha seguito un corso di formazione a distanza – prosegue – lo scopo è che le donne possano trovare in questo luogo delle persone minimamente preparate a dare accoglienza e a dare tutte le informazioni che servono per mettersi in contatto con i centri antiviolenza accreditati, il più vicino a noi è Telefono Donna di Como“.
Presente all’incontro anche l’Assessore Maria Francesca Frigerio: “Come Comune non abbiamo fatto niente se non approvare in giunta questo progetto importantissimo, voglio ringraziare la Biblioteca per avere aderito. Conosco questi argomenti perché sono stata presidente del Consorzio Erbese per un po’ di anni e ci siamo sempre occupati di queste situazioni, abbiamo sempre collaborato con l’associazione Telefono Donna”.

La parole infine è passata ad Emiliana, volontaria di Telefono Donna di Como: “Non è facile affrontare la violenza, non è facile aprirsi a terze persone, quello che si chiede alle volontarie della nostra associazione è di aprirsi ad un reale ascolto e ad una reale capacità quando si passa a proporre i colloqui, evitando giudizi frettolosi. Non apriamoci a frasi semplicistiche, le donne che subiscono violenza spesso sono donne isolate, le quali non hanno la possibilità di andare via di casa. L’uscita dalla violenza è davvero complessa“.
