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Il giro del mondo a piedi in mille giorni, l’avventura dell’erbese Claudio Moja

Lorenzo Colombo 7 Febbraio 2018

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Claudio Moja

 

ERBA – Si chiama Claudio Moja, il venticinquenne erbese che agli inizi di aprile partirà per il giro del mondo a piedi. Un progetto coltivato negli anni, animato da una grande passione per il viaggio e l’avventura.

Già a sedici anni, ci spiega Claudio, risale la sua prima esperienza lontano da casa, in Africa, dove ha trascorso qualche mese a fianco di alcuni medici. Tra i 15 e i 18 anni ha iniziato a lavorare, dal giardinaggio alla ristorazione. Poi una breve esperienza in Inghilterra dove ha avuto l’occasione di migliorare l’inglese.

Circa un anno e mezzo fa ha iniziato a progettare qualcosa di molto grande e ambizioso, il giro del mondo a piedi: 30 000 km, 30 stati, 1000 giorni“È tutta la vita che aspetto di farlo”“Perché a piedi? Principalmente per attenersi ad un’etica ecosostenibile”.

Fino alla Turchia sarà infatti tutto percorribile a piedi: “Percorrerò in media 30/40 km al giorno. Poi in oriente, per attraversare l’Afghanistan, dovrà prendere un aereo a causa delle zone di guerra. Altri mezzi di cui si servirà saranno treni e navi ma solo per alcuni tratti”.

Claudio spiega: La prima grande tappa sarà Istanbul, in Turchia, verso giugno, ad agosto sarò a Teheran (Iran) dove prenderò poi un aereo per Nuova Delhi. Entro settembre conto di essere in Nepal”. Il viaggio proseguirà poi tra Vietnam, Cambogia, Tahilandia e Indonesia, per approdare in Australia: “Lì ho intenzione di fermarmi per circa 3 mesi, dopo di che punterò alla Nuova Zelanda per cominciare la risalita verso le Filippine”. Claudio vivrà anche l’esperienza della Transiberiana: “Salirò sul treno a Vladivostok e scenderò a Mosca, a ‘soli’ 3 mila km da casa”.

Il viaggio di Claudio gira attorno ad alcuni punti cardine: condividere esperienze e collaborare con diverse realtà come l’agricoltura, la salvaguardia dell’ambiente naturale, la diffusione dell’acqua potabile e delle energie rinnovabili.

Cosa temo di più? In primis ciò che temo di più è di aver problemi con alcuni visti. Inoltre dovrò stare molto attento al mio corpo e controllarlo al meglio, curando i dolori dovuti allo sforzo. Appunto per questo mi sto allenando, alternando corsa e camminata, percorrendo circa 180km a settimana. Nonostante i grandi sforzi messi in conto sono abituato a fare sport tutte le settimane, a camminare e vivere ‘zaino in spalla. Non per ultimi dovrò fare i conti sicuramente con i disturbi intestinali che andranno controllati e curati”.

“L’idea di farlo a piedi – ha proseguito il giovane – è quello di passare da una cultura all’altra da Paese in Paese, immergendomi totalmente e vivendole a pieno”. Claudio partirà solo con uno zaino e un carrellino, portando con sé il minimo indispensabile.

Come finanzierai il viaggio?” “Certamente parto con un mio budget sebbene molto limitato. Secondo i miei calcoli mi dovrebbe bastare per raggiungere l’oriente. Durante il viaggio cercherò di spendere il meno possibile, offrendomi per lavori in giornata in cambio di vitto e alloggio ad esempio. Per quanto riguarda l’attrezzatura sono in contatto con alcune marche ma sono ancora in attesa. Ci sono anche da valutare alcune proposte di collaborazione”.

Durante la realizzazione di questo progetto gli ostacoli che ha trovato (e sta trovando tuttora) non sono pochi, uno fra questi l’ottenimento dei diversi visti: “La burocrazia – ha commentato Claudio – sarà un aspetto molto impegnativo e non da poco”.

Internet sarà un importante e potente strumento durante la sua avventura. “Farò uso di social network come Instagram, Facebook e a breve uscirà anche il mio nuovo sito. Usare internet sarà abbastanza dura in tutti i paesi. Avrò due batterie portatili con pannello solare, un telefono, un tablet e una action cam. Mi auguro di creare un progetto con l’intento di radunare tante persone con gli stessi ideali e le stesse passioni”.

Dietro al viaggio di Claudio c’è anche un’idea ben precisa di libertà: “Libertà – ha spiegato – per me è poter ampliare le proprie conoscenze. Fare esperienze ed entrare in contatto con realtà diverse da quelle a cui siamo abituati, per poter osservare e apprezzare la vita da un altro punto di vista. In Africa ho imparato a dare un altro valore alla vita; quando vado a dormire la sera voglio sentirmi libero, voglio sapere di aver fatto qualcosa di buono per gli altri e di aver migliorato la mia persona. Inoltre personalmente non c’è nulla che mi fa sentire libero come camminare  con uno zaino e inseguire l’orizzonte sempre un po’ più in là”.

“L’idea – ha concluso Claudio – è quella di camminare e camminare, vivere nella natura, spendere il meno possibile, conoscere una moltitudine di gente e infine sono sempre più convinto che più si viaggia più le occasioni arrivano. Inoltre sono dell’idea che appena partirò mi convincerò sempre di più di aver fatto la scelta migliore della mia vita”.