ERBA – Raccontare una storia attraverso la scrittura, ma anche le immagini, questo il tema trattato a Lariofiere, nella giornata di sabato, la prima della kermesse La passione per il Delitto – festival di narrativa poliziesca, giunta quest’anno alla sua 15esima edizione. Gli incontri con gli autori, Franco Limardi, prima, e Mattia Vacca, poi, sono stati dei veri e propri viaggi attraverso le professioni di scrittore e fotografo che restano sottovalutate in Italia.
Franco Limardi, nota penna nel mondo dei romanzi gialli, romano di nascita, “ma viterbese d’adozione”, come ama definirsi lui stesso, ha condotto i presenti attraverso le fasi del lavoro preparatorio necessario alla stesura di un romanzo; a partire dall’idea che “non è sottoposta a regole e non può essere programmata”, paragonando lo scrittore ad un ladro che si muove recettivo in mezzo alle persone, cercando anche solo un particolare da fare proprio, dal quale sviluppare, poi, la stesura di una prima scaletta in cui inserire i personaggi. L’autore ha, così, delineato i passaggi di un processo lungo, “che richiede documentazione e una costante attenzione” alla logica della vicenda quanto alla mera struttura grammaticale. “Rimango sempre incredulo di fronte a autori che pubblicano anche tre libri l’anno, capita che il successo diventi una prigione e viene a mancare l’originalità degli inizi” ha detto, sottolineando come la velocità del nostro tempo ci spinga all’incuria, nonché ad una produzione sfrenata. “Sottostiamo ad un’intossicazione di pubblicazioni che influisce sul gusto”, ha continuato a proposito dei 60mila titoli, circa, che ogni anno vengono pubblicati nella Penisola, un dato che, per l’appunto, non può considerarsi positivo, “siamo bulimici, costretti a mangiare distrattamente senza badare alla qualità di uno scritto”.
Un percorso differente, attraverso storie che non si servono di parole, ma di immagini filtrate dall’obiettivo di una reflex, quelle immortalate da Mattia Vacca, fotogiornalista e foto-documentarista, noto nel giornalismo locale della zona comasca ed erbese, ma ormai di fama internazionale, grazie alle collaborazioni con grandi testate. “Nel ’98 quando ho iniziato, non avrei mai creduto sarebbe diventata la mia professione. Vivo ogni storia che fotografo, mi ci immergo anche troppo, le emozioni sono il bello di questo lavoro”, ha detto, rapendo, letteralmente, l’attenzione della platea portata qua e là per il mondo, “laddove c’è una storia interessante sulla quale prima mi documento”, dalla Cina, alla Lituania, per tornare alla Sardegna. Il fotografo, che nell’ultimo periodo ha documentato, fra l’altro, la questione dei migranti “bloccati” alla stazione ferroviaria di Como, si è concentrato su come l’avvento di internet, in primis, e degli smartphone, successivamente, abbiano sconvolto gli equilibri, anche economici, di chi fa della fotografia il proprio lavoro; “i filtri di Instagram hanno creato dei mostri, ora tutti fanno foto mediamente belle, il cellulare è uno strumento ambiguo, ma interessante perché apre nuove possibilità. Se la carta evolve nel digitale ci deve anche essere data la possibilità di sopravviverci”, ha concluso, ponendo l’accento sulla differenza culturale italiana in merito alla fotografia, rispetto al resto d’Europa, che valorizza maggiormente questo tipo di produzione.
Il festival di narrativa poliziesca prevede incontri con gli autori anche per tutto il pomeriggio, dalle 13 alle 17.30, di domenica; con Emilio Martini (dalla penna di Elena e Michela Martignoni), Il mistero della gazza ladra. Le indagini del commissario Bertè, Corbaccio; Cristina Rava, Quando finiscono le ombre, Garzanti; Claudio Morandini, Neve, cane, piede, Exorma; Andrea Fazioli, L’arte del fallimento, Guanda; Antonio Fusco, Il metodo della fenice, Giunti; Claudio Metallo, Come una foglia al vento, CasaSirio; Paolo Restuccia, Io sono Kurt, Fazi; Nicoletta Sipos, La promessa del tramonto, Garzanti; Silvia Avanzato, Anemone al buio, Fazi; Cosimo Argentina, L’umano sistema fognario, Manni; Antonio Zamberletti, Cascina smorta, Runa; Filippo Fornari, Omicidi all’Isola, nevrotico erotico blues, Todaro. Segnaliamo, inoltre, il successivo spettacolo, Banda Putiferio- liscio assassino, dalla galera alla balera, progetto live di Daniele Manini e Roberto Barbini, a cui seguirà la chiusura dell’edizione 2016 della kermesse.