Como

Ufficio vertenze Cisl dei Laghi: assistiti oltre 1300 lavoratori

Lorenzo Colombo 5 Marzo 2015

Como, Economia/Lavoro

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cisl_0COMO – La Cisl dei Laghi riferisce in merito alle attività dell’Ufficio Vertenze e Legale della Sede di Como dell’ultimo anno. 

Nel 2014 sono stati 1.362 i lavoratori che si sono rivolti all’ufficio di cui 698 per delle vertenze individuali, mentre 664 nelle procedure concorsuali. Di questi lavoratori circa 340 non erano già iscritti alla Cisl.

“Di questi 396 lavoratori si sono rivolti a noi per recuperare il loro stipendio piuttosto che il TFR. Quindi, circa il 56 % delle vertenze riguarda il recupero crediti – spiegano dalla Cisl – 113 lavoratori si sono rivolti a noi a seguito di un licenziamento. La metà di questi lavorava in aziende con meno di 15 dipendenti. I licenziamenti costituiscono circa il 15 % della nostra attività. I licenziamenti nelle aziende che occupano meno di 15 dipendenti nella maggior parte dei casi si risolvono con delle transazioni extragiudiziali, dove al lavoratore vengono riconosciute dalle 3 alle 4 mensilità. Nelle aziende invece che occupano più di 15 dipendenti nella maggior parte dei casi si arriva ad una transazione davanti al giudice piuttosto che a sentenza, trattandosi di una tutela molto più onerosa per i  datori di lavoro”.

Nell’ultimo anno è stata assistita anche una lavoratrice invalida, che era stata licenziata a seguito di una procedura di mobilità, il giudice ha ritenuto illegittimo il licenziamento e  l’ha reintegrata. Lei ha optato per il posto di lavoro piuttosto che accettare un risarcimento. Ormai questa possibilità sarà sempre più marginale per i lavoratori.

Si è notevolmente ridotto il contenzioso relativo ai contratti a termine, avendo, di fatto, le nuove normative liberalizzato questa forma contrattuale. Rimane aperta invece la questione del precariato nel pubblico impiego ed in particolare nella scuola e se non troverà soluzione potrebbe aprire un enorme contenzioso.

“Attualmente stiamo promuovendo, una causa collettiva nei confronti dell’INPS, per i lavoratori assunti in somministrazione che non hanno percepito il premio che invece l’INPS eroga ai propri dipendenti – continuano – Abbiamo promosso qualche vertenza per finte collaborazioni a progetto. Numerose sono invece le vertenze dei collaboratori familiari che, solo parzialmente regolarizzati, vengono da noi alla fine del rapporto di lavoro per rivendicare i loro diritti: abbiamo assistito qualche lavoratore che ha lavorato completamente in nero, stiamo portando avanti un paio di cause per mobbing mentre sono invece purtroppo ancora numerose le transazioni ove il lavoratore rinuncia ad una parte della propria retribuzione, piuttosto che al proprio livello, pur di salvaguardare il posto di lavoro. Oppure spesso il lavoratore è costretto ad accettare un pagamento rateizzato del proprio credito, con la speranza di vederlo riconosciuto”.

L’incontro in cui sono stati spiegati i “numeri” della Cisl si è aperto con un intervento del Segretario Generale della Cisl dei Laghi, Gerardo Larghi che ha dichiarato: “La relazione annuale dell’Ufficio Vertenze ci permette di segnalare i movimenti del mercato del lavoro in provincia di Como, prendendo in considerazione non solo chi genera lavoro ma anche le aziende in difficoltà”.

Il Segretario ha anche ribadito l’attenzione del sindacato Cisl alla legalità nel mondo del lavoro in quanto l’Ufficio Vertenze in questi anni ha rilevato una serie di interventi tesi ad abbattere il costo del lavoro ma non sempre perfettamente leciti o “etici”. L’esempio di questa tendenza negativa sono le cooperative spurie, che sono forme di impresa illegittime, e hanno sede in luoghi improbabili o difficilmente raggiungibili e generalmente si occupano di facchinaggio o di trasporti. Un altro fenomeno negativo è il mobbing che recentemente è stato riconosciuto anche in sede legale. Anche il recupero crediti dai datori di lavoro, una delle attività principali dell’Ufficio Vertenze,  è divenuto sempre più difficoltoso, per le condizioni non sempre trasparenti in cui versano molte imprese.

Antonio Mastroberti, il responsabile dell’Ufficio Vertenze Cisl, ha poi delineato il quadro nel dettaglio: l’economia comasca è in crisi da 7 anni, i fallimenti nel 2014 sono stati circa 140 contro i 30 approssimativi della situazione pre – crisi. È cambiata la tipologia delle aziende fallite: non si tratta solo di grandi aziende manifatturiere ma anche di aziende medio piccole del terziario, che rappresentano ormai il 50% dei fallimenti. E’ sempre in forte crisi il settore dell’edilizia, il cui numero di aziende si è dimezzato e dove sono scomparsi anche dei grandi nomi. Anche nel metalmeccanico vi sono ancora molte aziende in difficoltà, in quanto coinvolge principalmente dei terzisti che soffrono per il calo della produzione. Il tessile, al contrario, è un settore che si è stabilizzato: i fallimenti si sono concentrati nelle fasce di mercato basse mentre tiene il mercato medio-alto.

Uno dei fenomeni frequenti rilevati sono i fallimenti pilotati di aziende che richiedono l’intervento dell’INPS per il pagamento delle liquidazioni, salvo poi continuare la loro attività con un’altra ragione sociali, seguendo una procedura non chiara. Secondo Mastroberti:”Molti datori di lavoro in difficoltà indirizzano i propri lavoratori direttamente all’INPS, per scaricare sull’istituto l’onere del TFR” .

Un altro fattore segnalato è la riduzione delle vertenze per l’uso inappropriato dei contratti a termine in quanto sono stati di fatto liberalizzati, possono essere ripetuti senza motivazioni. Sono invece frequenti le cause di lavoratori con contratti a progetto e di collaboratori familiari.  Sono state anche intentate cause da parte dei  dipendenti che hanno subito mobbing dopo la chiusura dei rapporti di lavoro.

Tratto caratteristico del periodo di crisi è anche il fatto che alcuni lavoratori si rivolgono ai sindacati per alcune di solidarietà nei confronti della propria azienda come rinunciare ai propri superminimi o accettare demansionamenti, permettendo ai datori di lavoro di ridurre i costi relativi alla loro retribuzione.

Numerose sono state infine le vertenze di lavoratori che desiderano emergere da una condizione di nero totale, soprattutto nei pubblici esercizi come bar e ristoranti.

Su 688 vertenze, 110 lavoratori sono extracomunitari e nel corso del 2014 sono stati recuperati crediti per i lavoratori che sono stati assistiti per circa 820.111 euro.

“Il recupero crediti è sempre più difficoltoso poiché si scontra sempre più spesso con società di persone o di capitali intestate a prestanome frequentemente prive di beni. Altre volte ci troviamo di fronte a società che cessano e che poi continuano l’attività con un’altra ragione sociale e tutto questo rende vana la nostra attività di recuperare le retribuzioni dei lavoratori. Dietro a tale sistema spesso si celano imprenditori occulti ed in alcuni casi abbiamo purtroppo il sentore della provenienza illecita dei capitali”.

Il recupero crediti attraverso il Fondo di Garanzia INPS invece non è sempre agevole ed ha tempi molto dilatati.

“Lo stesso INPS richiede oneri ingenti sia in termini di costi che di tempistiche ai lavoratori, prima di veder riconosciuto il diritto al pagamento da parte del Fondo e non sono rari i casi in cui la domanda viene respinta”.

grafico cisl

Una vera piaga per il nostro Paese infine sono le finte cooperative, queste operano soprattutto nel settore dei servizi. Sono molto diffuse nel facchinaggio, nei traslochi, piuttosto che tra le imprese di pulizia. Queste spesso vincono appalti al massimo ribasso al di sotto di quelle che sono le retribuzioni minime dei lavoratori. Operano per qualche anno e poi cessano senza liquidare i lavoratori, spesso senza aver versato i contributi né le tasse, provocando un grosso danno per l’erario nonché per i lavoratori che difficilmente recuperano le retribuzioni. Le cooperative sono costituite da soci fittizi che non avendo beni non rispondono dei propri debiti, cosicché l’imprenditore occulto può continuare in maniera fraudolenta l’attività con un’altra cooperativa e il lavoratore non recupera il dovuto.

“Per quanto riguarda le procedure concorsuali (fallimenti, concordati preventivi o in bianco), abbiamo assistito 664 lavoratori. Per la maggior parte si è trattato di fallimenti ed in qualche caso di concordati preventivi. Non sono infrequenti i casi di imprenditori che portano a fallimento la società per sgravarsi dei debiti accumulati e poi continuano l’attività con un’altra ragione sociale, magari attraverso un affitto di ramo d’azienda. In qualche caso è dubbia la provenienza dei capitali per rilevare le aziende fallite”.

Queste quindi le considerazioni finali per quanto riguarda l’anno passato: “Alla luce di un orientamento dei giudici che rispetto al passato è meno favorevole alle rivendicazioni dei lavoratori, tenendo conto che la riforma della giustizia prevede che il lavoratore soccombente paghi le spese di controparte, cosa che in passato non avveniva quasi mai, diventa sempre più difficile per i lavoratori rivendicare i propri diritti. E se possiamo dire che in passato c’era una certa tendenza della giurisprudenza a privilegiare la parte debole del rapporto di lavoro, oggi più che un riequilibrio, pare esserci stato un ribaltamento”.