Turismo: più attività e addetti, arrivi in crescita ma inferiori al 2019

Andrea Brivio 24 Giugno 2022

Economia/Lavoro

LECCO – I dati della Camera di Commercio, presentati durante la Giornata dell’Economia, confermano la crescita del settore turistico anche a Lecco: sono circa 7.500 le attività del comparto del turismo scritte nel Registro Imprese di cui 4.990 a Como e 2.516 a Lecco e negli ultimi 5 anni le sono aumentate, per Como una crescita di 560 unità (+12,6%) e per Lecco di 330 (+14,8%).

La provincia di Como è posizionata al 2° posto nella graduatoria regionale (dopo Sondrio) e al 40° in quella nazionale per quota di localizzazioni, quella di Lecco si è piazzata al 4° posto in Lombardia (dietro anche a Brescia) e al 57° in Italia, salendo di 11 posizioni rispetto al 2016.

Quasi metà delle attività opera nella ristorazione (47,5%, circa 3.600 unità), mentre i bar rappresentano 1/3 del totale (33,1%, quasi 2.500). Gli alloggi sono il 15,4% (1.157 localizzazioni); le agenzie di viaggio, tour operator e attività connesse il restante 4% (quasi 300 unità).

Rispetto a fine 2015, si nota una diminuzione dei bar (-6,4%), mentre sono aumentati ristoranti (+20,1%), alloggi (+60,2%) e agenzie di viaggio/tour operator (+8,4%).

Queste ultime sono cresciute sia a Como che a Lecco; in valori assoluti i ristoranti hanno registrato un incremento superiore a Como (+389 unità, +19,4%) rispetto a Lecco (+208, +21,5%) e ciò vale anche per gli alloggi: +269 a Como (54,1%) e +166 a Lecco (+73,8%). Per i bar c’è stato un calo in entrambe le province: a Como (-6,5%) e a Lecco (6,3%).

Dopo i lockdown tornano salire gli addetti

A fine 2021 si contavano 26.000 addetti del comparto e rappresentavano il 9% del totale dei posti di lavoro sul territorio. Nelle aziende comasche erano quasi 17.500 (pari al 9,6% del totale provinciale), mentre le imprese lecchesi occupavano circa 8.600 persone (8%).

Nel breve periodo, dopo un 2020 in cui gli effetti della pandemia erano stati molto evidenti (l’area lariana aveva registrato un calo superiore alle 1.200 unità, -4,7%), nel 2021 gli occupati del settore sono tornati a crescere: +490 unità nell’area lariana, pari al +1,9% (per Como, +390 lavoratori, +2,3%; per Lecco, +100, +1,2%).

 

 

A fine 2021, oltre la metà degli addetti operava nel comparto della ristorazione (60,6%, 15.800 unità), mentre nei bar era impiegato quasi 1/4 del totale dei lavoratori (22,7%, circa 5.900). Rispetto a fine 2015, solo nei bar c’è stato un calo di lavoratori (-1,8%, -110 persone); l’incremento più consistente (a livello assoluto) ha invece riguardato i ristoranti: +4.547 (+40,4%), mentre meno significativi sono gli aumenti nelle agenzie di viaggio, +51 (+8,3%) e nelle attività di alloggio, +380 (+11,5%)

Arrivi in crescita ma non oltre i livelli del 2019

Il 2019 aveva rappresentato un anno record per il turismo lariano, con aumenti dell’11,2% degli arrivi e dell’11,4% delle presenze rispetto al 2018. L’emergenza sanitaria ha però comportato un considerevole calo sia dei visitatori (-64,4%) che delle notti trascorse nelle strutture ricettive del territorio (-60,6%).

Nel 2021, anche grazie al miglioramento della situazione sanitaria, la ripresa è stata consistente. Gli arrivi sono passati dai circa 650.000 del 2020 agli oltre 1,1 milioni dello scorso anno (+70,5%); le presenze da poco più di 1,8 milioni a oltre 4,2 milioni (+129,3%).

Nonostante il considerevole recupero, i flussi turistici nel 2021 sono rimasti inferiori a quelli del 2019: gli arrivi di quasi 712.000 unità (-39,3%), di cui circa -137.000 italiani e -574.000 stranieri (rispettivamente – 27% e -44%); le presenze italiane sono invece aumentate di quasi 458.000 unità (+43,6%), ma non hanno compensato il calo di quelle straniere (-25,2% pari a oltre -910.000 persone).

Complessivamente, nell’area lariana il calo è stato superiore a 456.000 unità (-9,8%). Negli esercizi alberghieri gli arrivi sono scesi di quasi 561.000 unità (-46%), e le notti trascorse di oltre 415.000 (-16%); nelle strutture extra-alberghiere i visitatori sono diminuiti di circa 151.000 unità (-25,4%) e le notti di quasi 41.000 (-2%)

Nelle strutture ricettive in provincia di Como, gli arrivi (che nel 2020 avevano registrato una diminuzione del 65%) sono saliti a poco più di 900.000 (contro i circa 530.000 del 2020: +71,5%): per gli italiani una crescita del 41% e per gli stranieri dell’89%. Il 63% ha soggiornato in alberghi (contro il 65,1% del 2020; gli arrivi in queste strutture sono passati da 340.000 a quasi 570.000: +65,7%), mentre il restante 37% ha scelto le strutture extra-alberghiere (nel 2020 la quota era del 34,9%; gli arrivi sono cresciuti dell’82,2%, da oltre 180.000 a poco più di 330.000).

Le notti trascorse sono state oltre 3,5 milioni (a fronte degli 1,5 milioni del 2020: +144,6%): le presenze italiane sono aumentate del 148,1% e quelle straniere hanno registrato un +142,9%. Il 56,1% delle presenze ha riguardato gli alberghi, contro il 46,8% dell’anno precedente (le notti trascorse sono aumentate del 192,9%, da quasi 680.000 a circa 2 milioni), mentre il 43,9% dei turisti ha preferito gli esercizi complementari, contro il 53,2% del 2020 (passando da circa 770.000 a oltre 1,5 milioni: +102,1%). La permanenza media si è attestata a 3,9 giorni, in crescita rispetto al 2020 (quando era pari a 2,7 giorni).

Un dato da rimarcare è tuttavia che i flussi turistici nelle due province lariane restano inferiori a quelli del 2019. Per Como gli arrivi sono inferiori di oltre 600.000 unità (-40%), di cui circa -110.000 italiani e -491.000 stranieri.

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