“Più imprese e meno burocrazia”: la 111 è legge regionale

Admin Altreforme 11 Febbraio 2014

Economia/Lavoro

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BurocraziaMILANO – Il cerchio si è finalmente chiuso. Con voto positivo e unanime, espresso martedì 11 febbraio in aula di Consiglio a Palazzo Pirelli, il testo “Impresa Lombardia: per la libertà d’impresa, il lavoro e la competitività” è divenuto ufficialmente legge regionale.

“Un documento frutto di un lavoro delicato e complesso, che si è protratto per mesi, con l’obiettivo di offrire un concreto sostegno alle imprese lombarde”, sostiene Daniela Maroni, consigliera erbese della civica Maroni Presidente che in prima persona ha contribuito all’iter della legge come membro del gruppo di lavoro e della Commissione Attività Produttive.

“Sono molto soddisfatta del risultato raggiunto con questo strumento – puntualizza – su di esso sono elevate le aspettative da parte delle micro, piccole e medie imprese del nostro territorio. Ringrazio e mi complimento con il presidente Ciocca, il relatore Malvezzi e tutti gli attori che, in questi mesi, hanno preso parte a un tavolo molto delicato e complesso, ciascuno con la passione, la dedizione e la costanza che un’iniziativa di tale portata impone di avere”.

“La pubblica Amministrazione deve sostenere, non frapporre ostacoli al fare impresa”. Sulla base di questo assunto, il consigliere illustra i punti cardine del provvedimento: “Semplificare le operazioni burocratiche, soprattutto per l’avvio di un’attività, promuovere la crescita competitiva, l’accesso al credito, la riduzione dell’Irap fino al 25% per le nuove imprese, gli accordi per la competitività, il fascicolo informatico d’impresa, la moneta complementare per stimolare le operazioni commerciali. La Regione ha istituito un fondo di quasi 21 milioni, mirato a favorire il rilancio produttivo, rendere le aziende più competitive sul mercato e più appetibili per gli investitori esteri. Valorizzando a dovere, inoltre, le specificità e le eccellenze del territorio, e i brevetti che vengono concepiti dai nostri talenti” (vedi la scheda tecnica approvata in Commissione IV° Attività Produttive lo scorso 31 gennaio).

Una legge che negli intenti e nelle misure si propone insomma come la prima pietra del nuovo corso del sistema-lavoro lombardo. “Auspico che questo sforzo permetta di contrastare la delocalizzazione e convincere gli imprenditori rimasti a Como e in Lombardia che hanno compiuto la scelta giusta. Ci sono tutte le condizioni per crescere e far bene”, chiude la Maroni.

“Un progetto di legge che segna un rovesciamento di prospettiva, ancorché culturale, importante rispetto al passato: chi fa impresa viene visto come un soggetto da sostenere e accompagnare, poiché produce benessere non solo per se stesso, ma per tutta la collettività”. Così il consigliere regionale albavillese di Forza Italia Alessandro Fermi commenta il progetto di legge 111.

“Questa legge – spiega Fermi – che va a introdurre una serie di correttivi significativi rispetto alla precedente legge del 2007, intende offrire risposte concrete al grido d’allarme lanciato dal nostro tessuto produttivo. In particolare c’è un rovesciamento importante con la pubblica Amministrazione che si mette a disposizione di chi fa libera impresa”.

Sono quattro, a questo proposito, i principi base su cui poggia questo provvedimento: fiducia, responsabilità, sussidiarietà e innovazione. Da qui la presenza all’interno del testo di legge della possibilità di promuovere accordi per la competitività come strumenti per attrarre nuovi investimenti sul territorio.

Più imprese e meno burocrazia – sottolinea Fermi – che significa concretamente avere un unico interlocutore (il SUAP Sportello Unico Attività Produttive ndr) per avviare un’attività imprenditoriale, ma anche sistemi di controllo più rapidi, grazie all’istituzione di un fascicolo elettronico per le imprese e il riconoscimento del valore legale delle certificazioni. Altro aspetto rilevante è quello dell’accesso al credito, una tematica centrale per molti imprenditori sani ma che, causa la stretta creditizia, sono stati costretti a chiudere la loro attività. Oggi, grazie a questa legge, inseriamo agevolazioni fiscali, oltre a nuove iniziative (vedasi la sperimentazione di minibond) che danno la cifra dell’impulso riformatore proprio di questa legge”.

“In definitiva – conclude il presidente della Commissione VIII Agricoltura a Palazzo Pirelli – con quest’intervento normativo, la nostra Regione cambia pelle e, contestualmente, lancia un chiaro messaggio al resto del Paese: occorre cambiare registro al più presto per rilanciare il ‘Sistema Italia’ e dar così seguito al processo di cambiamento partito, ancora una volta, dalla Lombardia”.