Como

Metalmeccanico, Como ‘scende’ in classifica. L’analisi della Camera di Commercio

Caterina Franci 2 Febbraio 2017

Como, Economia/Lavoro

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COMO – 47.503 in Lombardia le imprese del comparto metalmeccaniche attive al 30 settembre 2016: il dato proviene dal report demografico di impresa metalmeccanico realizzato dalla Camera di Commercio di Como in occasione della due giorni “Fornitori Offresi” al via il 2 febbraio a Lariofiere. Il numero lombardo è pari al 5,8% sul totale delle imprese italiane (109 mila quelle attive nel comparto).

Nella graduatoria regionale per incidenza del metalmeccanico sul totale imprese, Como si trova a metà classifica con 2.407 unità su un totale di 42.821: il peso del settore risulta pertanto pari al 5,6%.

Al primo posto c’è Lecco: con 2.311 aziende attive su un totale di 23.730 e un peso percentuale del 9,7%. Seguono Brescia (8,2%) e Bergamo (6,8%). Sopra la media regionale anche Varese (6,6%) e Monza (6,5%). Il capoluogo regionale, Milano, si ferma al 4,4%. Chiude la classifica lombarda Sondrio con il 3,7%.

Nella graduatoria per incidenza a livello nazionale, le province lombarde risultano quasi tutte nelle prime posizioni.

Nel periodo considerato il peso del settore a livello lombardo risulta in diminuzione: dal 6,3% del 2009 al 5,8% del 2016. La contrazione (sia in valori assoluti che in termini di incidenza) ha riguardato tutte le province.

Negli ultimi sette anni Como ha perso oltre 350 unità attive e ha visto il peso del comparto calare dal 6,2% al 5,6%.

Anche la provincia di Lecco, nonostante abbia confermato la propria leadership relativa nel settore, ha dovuto subire un notevole dimagrimento: perdendo oltre 340 imprese attive con una decisa diminuzione dell’incidenza dal 10,9% del 2009 all’attuale 9,7%. Considerando i valori assoluti delle imprese attive del comparto metalmeccanico la crisi generale non ha lasciato indenne nemmeno questo ambito: solo Monza (+1,3%) ha visto crescere il numero delle proprie unità, a fronte di cali anche consistenti nelle altre province.

Alla data del 30 settembre 2016 in Italia gli addetti del comparto metalmeccanico risultano essere quasi due milioni, con un’incidenza sul totale degli addetti pari al 9,1%. Alla medesima data gli addetti in Lombardia risultano oltre 500mila, con un peso dell’11,4% sul totale regionale.

Per quanto riguarda la provincia di Como, al 30 settembre 2016 gli addetti sono quasi 18mila unità su un totale di 177mila: il peso del settore risulta pertanto pari al 10,1%. Al primo posto della graduatoria lombarda figura Lecco: con quasi 28mila occupati su un totale di 103mila e un peso percentuale del 27%. Seguono Brescia (oltre un quinto dei lavoratori impiegati in questo comparto) e Bergamo (15,4%). Sopra la media regionale anche Varese (14,2%) e Monza (12,3%). Il capoluogo regionale, Milano, si ferma al 7,4%. Chiude la classifica lombarda Sondrio con il 6,3%. Confrontando i dati al 30 settembre 2016 con la situazione alla stessa data del 2009, si evince che nel periodo considerato il numero degli addetti del settore a livello lombardo risulta in crescita di oltre 21mila unità: da 485mila del 2009 all’attuale 506mila; il peso sul totale addetti lombardi risulta invece in calo dal 12,6% del 2009 all’11,4% del 2016.   Tra il 2009 e il 2016 Como ha perso nel settore considerato oltre 700 posti di lavoro; il peso del comparto è calato dall’11,3% al 10,1%.

Al 30 settembre 2016 in provincia di Como si contano 1.637 unità artigiane attive che valgono circa due terzi di tutte le imprese metalmeccaniche comasche; gli addetti sono più di 5.400 e l’incidenza sul totale addetti del settore è pari al 30,2%. A Lecco l’artigianato risulta relativamente meno forte con 1.467 aziende attive (63,5%) e poco meno di 5.400 occupati (19,3%). In valori assoluti la prima provincia lombarda per numero di imprese artigiane attive del settore osservato è Milano, seguita da vicino da Brescia, poi Bergamo, Monza e Varese. Con riferimento agli addetti svetta invece Brescia con oltre 22mila occupati, davanti a Milano e Bergamo.

Passando alle esportazioni nei primi nove mesi del 2016 quelle con sede in provincia di Como sono state pari a circa 1,1 miliardi di euro, in calo del  ‐8,2% rispetto allo stesso periodo del 2015 e del ‐10,9% sul 2008.

L’export del comparto analizzato ha rappresentato il 27,2% del totale provinciale; la quota era pari al 31,8% nel 2008. Con riguardo alle esportazioni dell’intera regione Lombardia Per quanto riguarda Lecco, nei primi nove mesi del 2016 le esportazioni delle industrie metalmeccaniche sono state pari a circa 2,09 miliardi di euro, in crescita del +0,3% rispetto allo stesso periodo del 2015 e del +6,1% sul 2008.

L’export del comparto analizzato ha rappresentato il 68,6% del totale provinciale; con riguardo alle esportazioni dell’intera regione Lombardia per le stesse voci merceologiche, la quota lecchese si è attestata al 3,7% nel 2016; era il 3,6% nel 2008. Per le stesse voci merceologiche, la quota comasca si è attestata al 3,1% nel 2016; era il 3,3% nel 2008.

In valori assoluti anche per Lecco la voce principale è quella dei macchinari, con oltre 770 milioni di export nel periodo considerato. Il livello delle vendite all’estero appare molto vivace rispetto al 2008: +32,1%. Queste attività hanno migliorato la propria quota sia sul totale export provinciale (dal 20,3% del 2008 al 25,3% attuale), sia a confronto della stessa voce in ambito regionale (da 3,5% del 2008 al 4,6%).

Infine per quanto riguarda i mercati di destinazione dei prodotti della metalmeccanica comasca, nei primi nove mesi del 2016 la Germania ha consolidato il proprio primato: con 233 milioni di euro (+11,2% rispetto al 2015, +14,4% sul 2008) ha assorbito il 21,3% dell’export di Como (era il 16,6% nel 2008). Negli ultimi anni sono risultati molto in difficoltà i mercati indiano, russo, dell’Arabia Saudita e del Brasile. Nei primi nove mesi del 2016 le esportazioni verso Paesi che fanno parte dell’Ue28 sono risultate in crescita (+0,7%) sul 2015, ancora in forte calo invece (‐12,6%) sul 2008. Dopo un 2015 di speranza, l’export verso Paesi extra Ue28 sembra essersi fortemente indebolito: ‐17,7% in dodici mesi; ‐8,5% sul 2008.