Como

Lavoro, tra luglio e settembre a Como previste oltre 4.500 assunzioni

Caterina Franci 7 Agosto 2020

Como, Economia/Lavoro

COMO – Nel 3° trimestre 2020 (luglio – settembre) le imprese delle province di Como e di Lecco prevedono di effettuare complessivamente 6.980 nuovi ingressi (di cui 4.570 per Como e 2.410 per Lecco). A cercare nuovo personale sarà l’11% delle aziende comasche e l’11,2% di quelle lecchesi con almeno un dipendente. Nella nostra regione i nuovi posti di lavoro saranno quasi 101.000; a livello nazionale supereranno quota 620.000.

Dopo la conclusione del lockdown e della prima fase dell’emergenza legata alla pandemia da Coronavirus, sono riprese le rilevazioni mensili dell’indagine Excelsior sulle previsioni di assunzione, svolte mensilmente dalle Camere di Commercio (per le imprese oltre 40 addetti) e da Infocamere tramite l’invio di questionari online e interviste telefoniche. L’indagine è coordinata a livello nazionale da Unioncamere, in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

A Como, la maggioranza dei nuovi ingressi a tempo indeterminato previsti a luglio si concentra nel manifatturiero (62% delle assunzioni totali di quei settori); viceversa, il terziario vede una netta prevalenza di contratti a tempo determinato (nel turismo il 55%; nei servizi alle imprese il 72%; in quelli alle persone il 94%); questa è anche la modalità di gran lunga prevalente delle assunzioni nelle costruzioni (97%). Significativo anche il ricorso alle altre forme contrattuali nel turismo (43%).

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Focus sulle criticità causate dal covid

A partire dalla rilevazione Excelsior relativa al 3° trimestre 2020, Unioncamere ha dedicato un focus specifico alle criticità affrontate e alla capacità di risposta messa in atto dalle imprese nel periodo del lockdown, nonché alle attese e alle strategie per i prossimi mesi.

Nei primi sei mesi del 2020, con riferimento alle 21.790 imprese lariane con almeno un dipendente, l’81% ha mantenuto invariati i livelli di occupazione (le quote sono pressoché identiche a Como e a Lecco), mentre l’1,5% li ha aumentati (con una quota leggermente superiore a Lecco: 1,9%, contro l’1,3% comasco; entrambi i dati sono inferiori a quello lombardo e italiano, pari rispettivamente al 2,5% e al 2,6%).

La quota di aziende costrette a ridurre la propria forza lavoro è pari al 17,6% (Lecco 17,2%; Como 17,7%; entrambi i valori risultano più bassi della media regionale, 18,8%, e di quella nazionale, 21,3%). E’ il settore dei servizi quello che ha soffermo maggiormente il lockdown: le imprese lariane di questo comparto che hanno diminuito il personale sono il 19,4% (valore comunque inferiore alla media della Lombardia e dell’Italia: rispettivamente 20,4% e 22,9%). Per quanto riguarda l’industria, la quota di imprese che hanno aumentato i propri dipendenti è stata inferiore nell’area lariana (2,3%, contro il 2,5% lombardo e il 3,3% italiano).

Lo shock causato dall’emergenza sanitaria e le misure adottate per contenerne la diffusione hanno inciso profondamente sulle modalità operative e organizzative delle imprese; le conseguenze sono ancora ben evidenti, e per questo nel sentiment delle aziende prevale l’incertezza. Infatti, solo 2.350 imprese lariane (il 10,8%, contro il 14% della Lombardia e il 13,1% nazionale) dichiarano di non aver subito contraccolpi produttivi e perdite economiche significative nel corso del lockdown, mentre gli effetti della crisi hanno reso difficile l’orizzonte di business della maggioranza delle imprese: oltre 19.000 (l’88,2% del totale, e l’85% delle imprese con almeno 1 dipendente) non ha ancora potuto assorbire le ripercussioni della crisi e oltre la metà di queste (9.730) si attende di poter superare le attuali criticità solo a partire dai primi mesi del 2021. A Lecco la quota di imprese che non hanno subito contraccolpi produttivi e perdite economiche significative durante il lockdown è pari all’11,5%.

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