PONTE LAMBRO – I sindacati e i lavoratori della casa di riposo di Ponte Lambro Karol Wojtyla sono in attesa da ormai un anno e mezzo dell’applicazione dell’accordo siglato a novembre 2012 con Codess di Padova e denunciano la situazione di stallo venutasi a creare.
Dapprima la casa di riposo Villa Guaita era gestita da una Asgas e i suoi lavoratori risultavano dipendenti comunali, poi il Comune di Ponte Lambro, la cooperativa Est Servizi (gestore anche della RSA di Merone) e le organizzazioni sindacali hanno siglato nel 2012 un accordo per il passaggio del personale ex dipendente del comune alla cooperativa sociale Est Servizi che ha realizzato la nuova residenza Karol Wojtyla. All’inizio del 2013 Est Servizi ha firmato un contratto di global service con Codess e, dopo circa un anno, è uscita anche come gestore. Alla Est servizi, quindi, è rimasto l’immobile che è dato in affitto a Codess che gestisce l’attività.
I sindacati oggi denunciano una situazione di stallo venutasi a creare.
“Oltre alla mancata applicazione dell’accordo siglato, la cooperativa sociale Codess non applica nemmeno il contratto nazionale delle cooperative sociali“, spiegano in un comunicato stampa le sigle sindacali Fp Cgil, Fp Cisl, Uilfpl. “Inoltre la cooperativa Est Servizi non ha ancora trasferito tutte le somme relative al Tfr maturato dagli ex dipendenti del Comune passati alla cooperativa – spiegano dalla Cgil – La perdita media per ogni lavoratrice e lavoratore si aggira intorno ai 1.400/1.500 euro per l’anno 2013, con in più l’incognita che non è ancora noto dove sia il tfr maturato dagli ex dipendenti comunali”.
Per cercare di sbloccare questa situazione i sindacati hanno deciso di mobilitarsi, chiedendo all’Amministrazione comunale di Ponte Lambro l’assunzione di responsabilità sul tema del mancato rispetto dell’accordo firmato anche dal sindaco e anche sulla questione relativa al tfr, che, a oggi, secondo i sindacati, non risulta trasferito né quantificato.
“Se non saranno assunti provvedimenti si seguiranno tutte le strade per il rispetto dell’accordo, sia mobilitazione che vie legali“.