Danni da fauna selvatica, Coldiretti denuncia: “Lario invaso”

Redazione 30 Aprile 2024

Economia/Lavoro

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COMO/LECCO – La fauna selvatica incontrollata ha causato nell’ultimo anno danni all’agricoltura italiana per circa duecento milioni di euro, con campi coltivati rasi letteralmente al suolo, a cui si aggiungono problemi causati dalle importazioni selvagge di cibo dall’estero, con costi di produzione andati alle stelle e prezzi pagati nei campi sotto i livelli di sopravvivenza.

E’ l’allarme lanciato dall’assemblea “Orgoglio Coldiretti” appena conclusasi a Erba e che ha riunito gli imprenditori agricoli da ogni angolo delle due province di Como e Lecco: una delle 96 organizzate in contemporanea dalla Coldiretti su tutto il territorio nazionale, con la partecipazione record di oltre cinquantamila agricoltori, per chiedere soluzioni immediate. Una giornata cruciale per un’organizzazione che quest’anno festeggia i suoi ottanta anni.

Tra i punti trattati, dopo l’apertura del direttore Rodolfo Mazzucotelli, il focus sui bandi di contributo Psr Investimento e Pnnr Macchine e Attrezzature (relatore Ermes Sagula, responsabile CAA Coldiretti Lombardia), poi una relazione sull’impatto della fauna selvatica dal punto di vista sanitario (a cura di Roberto Vanotti, ATS Brianza), L’esperienza nelle filiere agricole a cura di Paolo Botta, direttore del Consorzio Agrario Lombardo, mentre il punto sugli aggiornamenti sindacali e la chiusura dei lavori sono stati a cura del presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi.

I danni causati dagli animali selvatici non vengono rimborsati che in minima parte e spesso dopo molti anni, con una situazione che ha portato molti a rinunciare a denunciare gli attacchi subiti. Tra l’altro, i pochi indennizzi che arrivano non coprono mai il reale valore del prodotto distrutto o dell’animale ucciso. Per fare un esempio, un produttore di vino pregiato che ha avuto la vigna devastata da cinghiali si vedrà risarcire solo il semplice valore dell’uva.

I cinghiali un pericolo per agricoltori e cittadini. Proprio i cinghiali sono il maggior pericolo anche per i cittadini, con 170 incidenti stradali con morti e feriti causati nel 2023 proprio dall’impatto con cinghiali e altri animali selvatici, secondo l’analisi Coldiretti su dati Asaps, in aumento dell’8% rispetto all’anno precedente.

Ai danni alle coltivazioni si è aggiunto l’allarme della peste suina africana, la malattia non trasmissibile all’uomo che i 2,3 milioni di cinghiali oggi presenti sul territorio nazionale rischiano di diffondere nelle campagne, mettendo in pericolo gli allevamenti suinicoli sul territorio e, con essi, un settore che tra produzione e indotto vale circa 20 miliardi di euro e dà lavoro a centomila persone. Da qui la richiesta che rimbalza da nord a sud dalle assemblee Coldiretti di mettere un freno immediato alla proliferazione dei selvatici, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le proprie terre. Mancano, infatti, i piani regionali straordinari di contenimento e strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione.

Stop alle pratiche sleali. L’altro problema che pesa sui bilanci delle imprese è il crollo dei prezzi pagati alla produzione in molti settori simbolo, a partire dal grano, aggravato peraltro dal fenomeno delle pratiche sleali. Coldiretti è stata la prima e unica associazione a denunciare una multinazionale, la Lactalis, perché aveva modificato unilateralmente gli accordi e non aveva pagato il prezzo pattuito agli allevatori. Dopo 5 mesi, l’Ispettorato del Ministero ha sanzionato l’azienda francese dopo averne riscontrato la condotta sleale in centinaia di casi. Un fatto epocale per un’azione che gli agricoltori della Coldiretti vogliono ora estendere a tutte le filiere.

La minaccia del fake in Italy. E a minacciare la sovranità alimentare nazionale c’è anche l’invasione di prodotti stranieri con le importazioni di cibo che sono aumentate del 60% nell’ultimo decennio raggiungendo il valore record di 65 miliardi di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Prodotti spesso provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori e che spesso vengono spacciati per tricolori sfruttando il codice doganale che consente di “italianizzarli” grazie a minime lavorazioni. Un fenomeno drammatico contro la quale la Coldiretti ha portato diecimila agricoltori alle frontiere del Brennero, lanciando una grande mobilitazione per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola, con la raccolta di un milione di firme. La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

Molto sentito e più volte inframmezzato dagli applausi della platea il momento che ha ripercorso gli ottant’anni di storia della Coldiretti, dal fondatore Paolo Bonomi alle battaglie dei giorni nostri: ad accogliere i visitatori, le decine di bandiere e lo striscione “Orgoglio Coldiretti” sul ponte dirimpetto a Lariofiere sulla provinciale Como-Lecco.

 

AgriNatura verso la volata finale. Proprio l’assemblea della Coldiretti interprovinciale ha aperto il terzo giorno di AgriNatura, con protagonisti gli agriturismi, prodotti e ricette della terra lombarda: questi ultimi al centro dei due cooking show con lo chef Giancarlo Rebuscini, il primo dedicato alla preparazione dei mondeghili (le polpette citate anche anche nei Promessi Sposi), il secondo alla tecnica del risotto giallo con lo zafferano. Ultimo appuntamento della giornata, l’AperiLario con i vini di Marco Riva. Ultimo giorno di AgriNatura (e chiusura col botto) è domani, mercoledì 1 maggio: alle 10 “Agricolazione del contadino” con i produttori Lorenzo Pensa ed Emanuel Favazza; alle 11.30 agri-talk con i produttori di Campagna Amica dal titolo “…e tu sei mai stato all’AgriMercato? L’identikit della spesa contadina”, con la partecipazione di Sara Ranghetti, Silvia Muffatti e Samuele Binda. Alle ore 12 “Non chiamatela (solo) polenta: storia di un piatto lombardo-veneto che nasce nell’antica Roma”: masterclass storico-gastronomica a cura di Jacopo Fontaneto, con mostra delle farine di Pietro Castelli e degustazione del tipico Toc di Bellagio. Alle 15, showcooking a cura dello chef Tommaso Bonseri Capitani e approfondimento dei fermentati; alle 16.30 altro ed ultimo showcooking d’autore dedicato a “Olio e aromatiche, come usarle in cucina” con lo chef Romeo Landi de Il Beccaccino di Sorico. Alle 17, Laboratorio e degustazione “Attento a non scivolare… sull’olio” con Emanuele Bezzi, in collaborazione con il Gal Parco e Valli del Lecchese. Si chiude alle 18 con l’ultimo brindisi di AperiLario con i vini del territorio e l’arrivederci al 2025.