Dal 1° marzo previsti nuovi aumenti per i carburanti

Admin Altreforme 19 Febbraio 2014

Economia/Lavoro

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benzinaERBA – A giorni è previsto un nuovo aumento delle accise sui carburanti di più largo consumo: dal 1° marzo, infatti, l’accisa sulla benzina passa da 728,40 a 730,80 euro per 1.000 litri e quella sul gasolio da 617,40 a 619,80 euro per 1.000 litri.

Questi aumenti incidono con l’IVA per circa 0,003 euro/litro e si sommano a quelli fin qui stabiliti negli ultimi anni dai più diversi governi per far fronte alle più diverse esigenze di cassa, come se le accise fossero il bancomat preferenziale dell’erario pubblico.

Si tratta del decimo aumento (tra variazioni delle accise o dell’IVA che grava anch’essa sulle accise e costituisce la tassa sulla tassa) dall’aprile 2011, con un aumento della pressione fiscale complessiva di 21,5 cent/litro e di 31,8 punti percentuali per la benzina, di 24,9 cent/litro e di 49,0 punti percentuali per il gasolio.

In vista del nuovo aumento delle accise, previsto per il 1° marzo, l’erbese Daniela Maroni, consigliere regionale e vicepresidente nazionale federazione gestori stazioni di servizio mostra tutto il suo disappunto: “Il governo deve rispettare i gestori, non possiamo essere il bancomat dello Stato. Quello che lancio è un grido di allarme: non è possibile che ogni volta che il governo ha bisogno decida di mettere a posto i conti con le accise. Si parla tanto di Imu e di Tares, ma le accise sono un altro fardello pesantissimo. A giorni arriverà l’ennesimo aumento, attraverso la benzina, cioè un prodotto indispensabile per il trasporto privato: si mettono le mani nelle tasche di tutti i cittadini. E’ ora di cambiare rotta”.

Questi aumenti delle imposte hanno determinato l’innalzamento dei prezzi dei carburanti che sono balzati ai primi posti in Europa dal dicembre 2011 fino ad oggi (mediamente nel 2010, ad esempio, il prezzo della benzina italiano era all’ottavo posto nella classifica dal più alto al più basso). Nel 2013 mediamente gli italiani hanno pagato 24,4 cent/litro di imposte in più sulla benzina e 24,1 sul gasolio rispetto alla media dell’Europa Comunitaria, una situazione che si protrae negli stessi termini anche nel 2014. Un balzello pesantissimo sui consumi necessari per la mobilità delle famiglie e delle imprese.

Oltre a questo triste primato, in due anni, mediamente, sono crollati in Italia i consumi di carburanti di qualcosa come il 14 %, mettendo alle corde la categoria dei gestori sia per i prezzi sempre più elevati sia per la perdita di vendite. Una categoria che già subisce crescenti costi, condizioni fortemente discriminatorie nei prezzi di acquisto dei prodotti, mancata definizione dei rapporti contrattuali, assenza di regole di mercato e concorrenza nonché mancata ristrutturazione della rete distributiva, per la quale si sta assistendo, per contro, all’espulsione del gestore e alla ghostizzazione dei punti vendita.

I gestori sono condannati a soccombere a una crescita esponenziale del proprio indebitamento e al definitivo default che già ha coinvolto, nella generale indifferenza di governi e autorità del mercato, migliaia di loro.

Aumento benzina marzo 2014