Erba

‘Crisi’ da virus, i commercianti erbesi: “Speriamo di ripartire”

Caterina Franci 3 Marzo 2020

Economia/Lavoro, Erba

Corso XXV Aprile a Erba (foto archivio)

 

ERBA – Che effetto avrà l’emergenza Coronavirus sul commercio lombardo e locale? Questa la domanda che preoccupa i commercianti (e non solo). Sì, perché se le misure di contenimento attuate dal Governo per fronteggiare il diffondersi dell’epidemia dureranno almeno fino al prossimo 8 marzo, le conseguenze sul piano economico potrebbero trascinarsi per tempi decisamente più lunghi. Così l’emergenza sanitaria in corso ha portato la categoria ad interrogarsi su come preservare un settore già ‘sofferente’ da una crisi si prospetta decisamente nera.

A riassumere un po’ la situazione a Erba è stato il referente di Confcommercio Como Michele Riva: “Lungi da noi il voler sottovalutare l’importanza del lavoro svolto da Regione e dal Governo per affrontare questa emergenza – ha dichiarato – ma da addetti ai lavori riteniamo che andavano fatte valutazioni più coerenti con la situazione attuale, tenendo in considerazione le già grosse difficoltà in cui il commercio versa, per diversi motivi, soprattutto a livello locale come il nostro”.

In questi giorni anche l’associazione commercianti si sta muovendo a livello regionale e nazionale per ottenere un sostegno concreto alle attività, mentre in città lo sforzo è quello di restare aperti nonostante i pochissimi clienti: “Siamo effettivamente di fronte ad una problematica importante – ha detto Riva – a Erba ad esempio da tempo ci si lamenta che si compra sempre meno nei negozi, questa emergenza non ha fatto che peggiorare una situazione già delicata. Con ciò non intendiamo dare la colpa esclusivamente ai piani alti, comprendiamo pienamente le difficoltà di prendere decisioni e organizzarsi in un momento simile – ha precisato Riva – riteniamo anche che l’informazione allarmistica ed esasperata diffusa dai giornali abbia avuto la sua parte di responsabilità nel creare paura e timori ai cittadini. Settimana scorsa è stato surreale, la gente aveva letteralmente paura ad uscire di casa, nei negozi non si è visto nessuno, i bar erano vuoti. Con questa nuova settimana speriamo di ripartire, nonostante permangano alcune limitazioni: noi, da parte nostra, ce la metteremo tutta per spingere la gente a vivere nella normalità”.

Riva non ha nascosto le perplessità suscitate dalle prime misure contenute nell’ordinanza regionale firmata lo scorso 23 febbraio: “Continuo a non capire alcune decisioni, discrepanti – ha detto – ad esempio sin da subito abbiamo contestato la decisione di fare chiudere i bar alle 18, come se la mattina a colazione o in pausa pranzo non ci fossero problemi di “assembramento”, e lasciare aperti per contro i ristoranti. Per fortuna poi c’è stata la retromarcia da parte di Regione che ha corretto la misura. Altra cosa incomprensibile, il senso di lasciare aperti i supermercati o i negozi delle grandi catene ma di chiudere i negozi nei centri commerciali nei fine settimana”.

“E’ vero, si tratta di misure temporanee, ma gli effetti quasi certamente si faranno sentire a lungo – ha commentato Riva – a livello economico e anche turistico nel nostro territorio. Bisogna ripartire, piano piano, dire alla gente che non deve avere paura, che uscire di casa si può e che si può comprare nei nostri negozi o andare al bar a fare l’aperitivo, senza rischi e senza psicosi. Noi da parte nostra come commercianti e come Confcommercio ce la stiamo mettendo tutta per tornare alla normalità ma chiaramente Regione e lo Stato dovranno fare la loro parte, dandoci sostegno. Bisogna ricordare che non esiste solo una zona rossa e che il commercio e l’industria vanno preservati da questa emergenza, al meglio” ha concluso.