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1° maggio. Maroni: “E’ giusto che le saracinesche rimangano abbassate”

Admin Altreforme 30 Aprile 2014

Economia/Lavoro, Erba

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Saracinesca abbassataERBA – Primo Maggio: festa dei lavoratori. A Como, una sigla sindacale, la Filcams Cgil, ha annunciato uno sciopero di 8 ore in tutte le aziende del territorio che hanno deciso di lasciare le saracinesche aperte. Una manifestazione di protesta contro il decreto “Salva Italia”, approvato dal Governo Monti nel dicembre 2011, e che autorizza illimitatamente gli orari e le giornate di apertura degli esercizi commerciali.

Contro il provvedimento, e già da diverso tempo, è schierato il consigliere regionale erebese Daniela Maroni. “Le liberalizzazioni – precisa l’esponente del gruppo Maroni Presidente – non hanno portato né a una diminuzione dei prezzi, né a aumento di occupazione e consumi. Al contrario le condizioni di lavoro e della vita dei lavoratori sono peggiorate e oggi i negozi di vicinato sono sempre meno in grado di competere contro i colossi della grande distribuzione, che da parte loro si sono rafforzati”.

“Il Primo Maggio è il giorno in cui si celebra universalmente la festa dei lavoratori. E’ giusto che le attività rimangano chiuse, come accadeva prima dell’approvazione del decreto”. Una posizione, quella della Maroni, che nel giugno 2013 si è tradotta in una mozione, presentata su sua espressa iniziativa e approvata in Consiglio regionale, per chiedere la revisione della normativa.

“Regione Lombardia era già dotata, prima del decreto, di una normativa liberale che prevedeva fino a 31 domeniche di apertura ogni anno, soluzione che permetteva di conciliare l’esigenza delle piccole e grandi strutture di vendita, la tutela del lavoro e la vivibilità degli spazi urbani. Inoltre – aggiunge il consigliere, impegnato anche come membro della Commissione Attività Produttive – ricordo le 150mila firme raccolte lo scorso anno per la campagna “Libera la domenica”, avviata per chiedere la restituzione alle Regioni della potestà di intervento. Gli stessi cittadini sono contro le liberalizzazioni, la domenica e le festività valgono per tutti e tutti in queste occasioni hanno il diritto di fermarsi. E poi – conclude la consigliera Maroni – non dimentichiamoci che in nessun altro Paese europeo vi è libertà generalizzata di apertura”.