Canzo, Erba

Libri, Appunti all’aria aperta presenta “Cicliste per caso”

viviana 17 Giugno 2021

Canzo, Cultura, Erba

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ERBA – Gli appuntamenti culturali con la rassegna letteraria “Appunti all’aria aperta“, promossa dalla Libreria di via Volta ad Erba, continua con la presentazione del libro “Cicliste per caso“, di Silvia Gottardi e Linda Ronzoni ed edito da Ediciclo.

L’evento è fissato per il 24 giugno alle ore 19:00 presso il Tennis Erba (Parco Majnoni) e alle 20:45 presso la Biblioteca di Canzo.

Linda Ronzoni e Silvia Gottardi, sono due grandi amanti della bicicletta, la usano quotidianamente come mezzo di spostamento a Milano. Il nome “Cicliste per caso” e il loro  blog sono nati durante un folle viaggio in bicicletta lungo la mitica “Carretera Austral”, in Patagonia. Amano la bicicletta perché è democratica, libera e sostenibile ed è uno dei simboli dell’emancipazione femminile. Credono che ancora oggi sia molto importante parlare di emancipazione e pari opportunità e lo fanno viaggiando in bicicletta.

Tutto ha avuto inizio nel conoscere la storia di Alfonsina, la prima e unica donna a correre il Giro d’Italia nel 1924, ritenuta una pioniera nella parificazione di genere in campo sportivo. Da quando Linda e Silvia si sono imbattute nella sua storia, Alfonsina è diventata la loro musa ispiratrice e ha guidato tutti i loro viaggi, spronandole con il suo esempio di donna caparbia e libera, indicando loro la strada, è proprio il caso di dirlo.

I 3.700 km pedalati in Italia sono dedicati a lei e a tutte le donne che le Cicliste per Caso hanno incontrato. Alcune erano donne semplici che hanno vissuto la propria vita in silenzio, quasi nell’ombra, altre, come la partigiana Angela, o Annalisa Durante, vittima della camorra, donne che sono entrate di petto nella storia. Tutte però, sono l’esempio e l’incarnazione di quell’idea di Alfonsina di andare dritti a inseguire le proprie passioni, senza tradire i desideri profondi che ci animano.

“Questo libro – si legge nella Prefazione a cura di Lorella Zanardo – parla anche di tutte le velocità diverse che ci sono in un viaggio in bicicletta, di come le parole e le immagini per noi siano un modo per rallentare, di come spostarsi nel mondo pedalando ci abbia insegnato a ridurre i vestiti, gli oggetti, i bisogni, e di come ci abbia lasciate un po’ più nude ed esposte a prendere in faccia il mondo, a respirarlo tutto. E quando il viaggio è così, ridotto all’essenziale, al nudo e al crudo dell’esperienza della fatica e della bellezza, tutto quello che arriva è un regalo e una sorpresa. Questo ci sembra ci abbia insegnato viaggiare in bici. Questo e molto altro che non ha ancora trovato le parole».

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