BELLAGIO – Resterà aperta sino all’8 settembre la mostra del maestro Paolo Polli, residente ad Annone di Brianza.
L’esposizione, allestita presso il Grand Hotel Villa Serbelloni, è stata inaugurata lo scorso 26 agosto, quando sono state presentate le sue ultime opere. E’ stata l’occasione, questa, per celebrare i suoi 50 anni nel mondo dell’arte, dalla pittura alla scultura.
La mostra resterà aperta tutti i giorni, fino all’8 settembre, dalle 10 alle 22 a ingresso libero.
Per informazioni è possibile contattare Villa Serbelloni allo 031-950216.
Di seguito la nota critica della dottoressa Alessandra Preda, docente presso l’Università degli Studi di Milano e madrina dell’evento che si è tenuto lo scorso 26 agosto.
Innanzitutto il lago.
Paolo Polli è nato ad Annone Brianza, un paesino in provincia di Lecco che volge il suo sguardo verso le rive del lago di Annone. Scorci di lago, quindi, stradicciole, campanili, pezzetti di cielo che l’acqua riflette, smuovendo contorni e ricordi. A una qualsiasi formazione accademica Polli ha preferito questo sguardo all’intorno, questa esperienza concreta, in relazione con l’acqua, appunto, e con il fazzoletto di terra da cui viene e da cui tutto prende forma.
Dal lontano 1974, l’anno in cui Polli ha realizzato la sua prima mostra personale, tantissime sono le forme date a questo piccolo pezzo di mondo: al realismo figurativo dei paesaggi familiari sopraggiunge un linguaggio metafisico più astratto, in cui prevale la luce, la luminosità che dissolve e interroga la realtà più che rappresentarla.
Sono luoghi dell’anima che Polli indaga negli anni, attraverso una continua sperimentazione di tecniche – dalla scultura bronzea al dipinto murale – e di materiali diversi: per le sculture fonde il ferro, l’ottone, l’acciaio alla ricerca di una sostanziale leggerezza, un’ essenza originaria che sfrutta, a volte, contrasti elementari, tra il ferro arrugginito, per esempio e l’ottone lucidato a specchio.
Nella pittura sperimenta l’olio, gli smalti, cerca più luce, più drammaticità nell’inseguire la verità di un mondo che, negli anni, sembra perdere senso, direzione, apertura.
E’ un mondo scarsamente popolato quello dei quadri di Polli, ad eccezione dell’indomita presenza di un numero imprecisato di piccole e indefinite figure, anime, spiriti, fiammelle, o semplicemente mendicanti di senso, che popolano lo sfondo o la parte più bassa di grandi dipinti onirici. Forse vagano, ma ci piace pensare camminino piuttosto, verso quell’orizzonte che continua ad essere il punto di ricerca di questo artista.
Gli inizi sono difficili per il pittore brianzolo che agli occhi dei lavoratori ‘veri’ del paese sembra perdere il suo tempo: ma il successo si impone negli anni: mostre a Lione, a Parigi, a Mosca fino alla lontana terra di Cina testimoniano il felice incontro con un pubblico internazionale che apprezza la tradizione e lo scarto sperimentale ; l’artista non dimentica, però, le origini sì care, la sua Annone, Malgrate Lecco, dove realizza molteplici opere cittadine, per le scuole, per le piazze, dal dipinto murale del salone dell’Orsa Maggiore di Lecco, alla splendida madonna che a breve darà luce al nuovo lungolago di Malgrate.
L’opera è vasta, poliedrica, imponente e non si può certo riassumere in poche parole di presentazione: abbiamo appena celebrato la 150a mostra di Paolo Polli, di per sé il segno di un percorso lungo, articolato e di successo.
Ci limitiamo, quindi, alla soglia di questo percorso, anche perché sia personale e giustamente solitario il vostro incontro con queste 19 opere dell’artista.
Sulla soglia, appunto, troviamo due quadri, i due quadri che lo stesso Polli ha scelto per l’invito di questa manifestazione, indizi preziosi, quindi, del mondo in cui oggi ci accoglie.
Il primo – il quadro più affine forse alla tradizione – ci presenta una regata,
direi l’infinita regata che ritorna nei quadri di Polli, un numero imprecisato di imbarcazioni leggere che consiste solo nel biancore fluttuante delle vele,
Il bianco, il colore dell’essenza che riappare nella schiuma dell’acqua, nelle nubi del cielo, quasi a suggerire l’unità e il movimento continuo di un mondo che va, probabilmente verso una qualche direzione, lassù o là in fondo, poco importa.
L’impressionistica sensazione di armonia, però, non sottrae a queste bella regata il sentimento di fragilità che l’accompagna: l’esile consistenza delle vele o della vita di ciascuno di noi acquista una qualche forza nel gruppo, forse, ma si perde facilmente nelle profondità dei blu che sempre danno intensità ai quadri di Polli, mai solo paesaggistici.
Il secondo quadro – potremmo dire quello più onirico – ci presenta una forma tonda ma rotta, spaccata, immersa nel gelido di acque profonde, apparentemente senza vita. Anche in questo quadro, però, il gioco soffuso delle luci dà movimento, alito, respiro e ci lascia un’attesa, almeno l’attesta del ricongiungimento.
L’invito parla chiaro, il percorso è molto interessante e ci porterà lontano. Buona mostra.
Prof Alessandra Preda