Erba

Alla scoperta delle mummie del Museo Civico, al via il progetto

Redazione 31 Gennaio 2023

Cultura, Erba

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clelia orsenigo
Clelia Orsenigo, conservatrice del Museo Civico di Erba

 

ERBA – Prende il via il progetto “L’Egitto ad Erba. Le mummie del Museo Civico raccontano”, a cura del Mummy Project e del Museo Civico di Erba per lo studio, la conservazione e la valorizzazione della collezione egizia erbese.

Il progetto è stato presentato nelle giornate dell’1 e 2 ottobre 2022, presso la sede del Museo, a Villa Ceriani con una conferenza a più voci, laboratori ludico didattici per bimbi e bimbe, incontri e visita guidata per genitori e parenti.

Ora si inizia affrontando analisi volte alla comprensione delle mummie, sia dal punto di vista egittologico, che antropologico e conservativo. Seguirà il restauro per garantire loro l’eternità e prepararle alla futura nuova esposizione.

Le protagoniste sono le mummie: una testa, una mano ed un piede. Grazie alle ricerche che si effettueranno, esse potranno raccontare molto. “Scopriremo un po’ della storia delle persone che sono state, la loro identità, l’età, il sesso, ma forniranno anche preziose informazioni sulle tecniche di imbalsamazione e sugli ingredienti usati” spiegano dal Museo.

L’équipe del Mummy Project (www.mummyproject.it) che effettuerà lo studio vanta un’esperienza quindicinale nel campo della ricerca sulle mummie. Il progetto partirà sabato 4 febbraio.


I reperti saranno sottoposte a specifiche indagini: TAC, endoscopia e successivamente ad analisi chimiche e fisiche. Le indagini saranno svolte nel rispetto delle loro integrità. In futuro, si potranno restituire le sembianze alla testa di mummia con una ricostruzione forense del volto.

Il primo passo del progetto è la la TAC che sarà effettuata presso una delle strutture di eccellenza del ramo diagnostico, la Gemini Rx di Travagliato (Brescia). L’équipe all’opera sarà costituita dal team del Mummy Project, tra cui: dott.ssa Sabina Malgora, egittologa e direttore, Dr. Chantal Milani, antropologa forense, Dott.ssa Francesca Motta, osteoarcheologa, Elena Lancetti e Stefania Bottazzi, membri operativi, Dott.ssa Elena Rossi, restauratrice e membro operativo, Dott.ssa Cinzia Oliva, restauratrice, con il fondamentale supporto del team di Radiologia della Gemini, composto dal Dr. Valentino Rubetti, direttore, e il suo  équipe di radiologi, tra cui Dr. Andrea Vacis, che da anni collabora con il Mummy Project.

“Si è scelto di usare la Tac perché mentre i raggi X forniscono solo immagini dimensionali, le scansioni della TAC generano immagini 3D che consentono di esaminare molto bene i reperti, nei loro più piccoli dettagli, manipolandoli come se li avesse in mano. Si possono creare dei modelli 3D ed effettuare autopsie virtuali, senza quindi toccare e danneggiare le mummie” spiegano

Il secondo passo del progetto è l’endoscopia laparoscopica. Ad eseguire l’esame il Prof. Pasquale Capaccio, Professore Associato di Otorinolaringoiatria Università degli Studi di Milano. “Con uno strumento sofisticato, costituito da un sottile tubo dotato di pinze e telecamera, saranno prelevati all’interno della testa di mummia campioni di ossa, materiali organici e inorganici e bende; al tempo stesso sarà possibile vedere con i propri occhi dentro la mummia, effettuare filmati e scattare fotografie, passando dalla visione 3D virtuale della TAC, tomografia computerizzata, alla visione diretta. L’esame non comporta rischi per la mummia, che a breve si sottoporrà a restauro”.

Quindi si passerà ai prelievi, utili per le analisi chimiche e fisiche (C14, gascromatografia e FTIR), saranno effettuati in collaborazione con il Prof. Luigi Bonizzi, il Prof. Alessio Soggiu, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche, Università di Milano, con il . Marco Nicola, dottore di ricerca del Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Torino, e direttore di Adamantio srl, Science in Conservation e con Wilfried Rosendahl direttore del German Mummy Project, del REM-Reiss Engelhorn Museen, Manheim. “Le sofisticate analisi sui frammenti prelevati permetteranno di scoprire numerose informazioni sullo stato di conservazione delle mummie, sulla datazione, sulle sostanze usate durante la mummificazione”.

Infine, le analisi: i campioni raccolti saranno portati ai rispettivi laboratori per essere analizzati. Ci vorranno alcuni mesi. Nel frattempo l’équipe lavorerà sulle immagini raccolte durante la TC e l’endoscopia per ricostruire la storia degli individui mummificati.

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