ERBA – In occasione della mostra fotografica “Le storie straordinarie di Palmira” realizzata a cura di HumanLab IULM in collaborazione con Fondazione Terra Santa e allestita presso il Museo Civico di Erba fino a 4 giugno 2023, sono stati organizzati alcuni eventi di approfondimento.
Sabato 13 maggio, alle ore 17, presso il Museo Civico di Erba si terrà una conferenza dal titolo “Zenobia, regina di Palmira” tenuta dalla dott.ssa Miriam Romagnolo, membro della missione archeologica siro-italiana a Palmira (PAL.M.A.I.S.).
Nell’incontro verrà approfondita la leggendaria figura di Zenobia, regina vissuta nella Siria della seconda metà del III sec. d.C., passata ben presto dalla storia al mito per la sua personalità e le sue azioni. Nel periodo dell’anarchia militare dell’impero romano, infatti, a Oriente si creò un regno indipendente guidato da una donna: Zenobia Settimia, regina di Palmira, che sfidò apertamente Roma per rivendicare l’autonomia delle province orientali.
La storia di Zenobia
Zenobia, era moglie di Settimio Odenato, definito nelle fonti antiche “capo di Palmira”, al quale l’imperatore Gallieno affidò la difesa del confine orientale, conferendogli altissime cariche nel comando militare. È in questo contesto che Palmira assunse un ruolo politico di primo piano. I grandi successi ottenuti da Odenato furono, però, all’origine della sua sventura: nel 267 venne assassinato insieme al figlio Hairan. Se mandanti e motivi del complotto restano misteriosi, certo è che il figlio Vaballato, ancora bambino, ne ereditò posizione e titoli, mentre il potere passò di fatto nelle mani della madre Zenobia, seconda moglie di Odenato. Con Zenobia, Palmira cominciò ad estendere il suo dominio su ampie zone dell’Oriente al di fuori della Siria, raggiungendo l’Arabia, l’Egitto e l’Asia Minore.
Ma quale era il progetto di Zenobia? Creare un Impero d’Oriente? Come ha scritto il grande storico Paul Veyne, dividere l’Impero romano – con un imperatore in Occidente e un imperatore in Oriente – era un progetto audace, ma non utopico. Oppure mirava oltre? Alcuni storici sostengono che, a un certo punto, il vero obiettivo fosse diventato la conquista di tutto l’Impero, secondo la “norma” dei tanti usurpatori del III secolo d.C. Qualunque fosse il suo intento, fu comunque fermato dalla energica reazione del nuovo imperatore: nel 272 Aureliano intraprese una spedizione in Oriente e, dopo avere sconfitto i palmireni ad Antiochia e ad Emesa, li inseguì fino a Palmira, che fu assediata e conquistata.
Non sappiamo che fine abbia fatto Zenobia: le fonti antiche ricordano un tentativo di fuga oltre Eufrate, ma rimane un mistero se poi sia stata davvero catturata e sia morta durante il trasferimento a Roma, oppure se abbia raggiunto Roma per sfilare nel trionfo di Aureliano, incatenata con catene d’oro, e abbia finito i suoi giorni relegata in una villa di Tivoli, non lontano da Villa Adriana.
La mostra
La fama planetaria del sito archeologico di Palmira è legata alla drammatica guerra che dal 2011 ha stravolto la Siria, ma i suoi monumenti testimoniano storie straordinarie di dialogo fra culture diverse. La mostra ci accompagnerà in un viaggio nell’importante sito UNESCO della Siria attraverso le parole della professoressa Maria Teresa Grassi, direttrice della missione archeologica siro-italiana a Palmira (PAL.M.A.I.S.), scomparsa nel 2020.
Ma Palmira non merita di essere solo questo nell’immaginario collettivo, perché i suoi monumenti, le sue statue, le sue epigrafi testimoniano storie straordinarie. Storie che parlano di dialogo fra culture assai differenti fra loro e che noi oggi possiamo leggere grazie al meticoloso lavoro di ricerca archeologica condotto per oltre un secolo dagli studiosi di tutto il mondo. La mostra propone un viaggio attraverso i monumenti di Palmira, raccogliendo tutte le testimonianze sopravvissute nei musei, centri di ricerca, e biblioteche di tutto il mondo.