ERBA – Il Museo Civico di Erba sabato prossimo, 18 gennaio, alle ore 16.00 inaugurerà presso la Biblioteca comunale G. Pontiggia di Erba la mostra “Plinius”, organizzata in collaborazione con la Società Archeologica Comense. La mostra resterà aperta fino al 16 marzo.
La mostra è dedicata a Plinio il Vecchio, l’illustre comasco vissuto nel I secolo d.C. e autore della monumentale opera Naturalis historia. Il punto di vista è però assolutamente inedito, perché protagonisti saranno i disegni della nota autrice di fumetti, Mari Yamazaki, che al “nostro” Plinio ha dedicato ben 12 manga. Le belle tavole dell’artista giapponese ritraggono scorci delle montagne lariane, panorami lacustri e ricostruzioni minuziosissime e documentate del mondo antico, che fanno da sfondo a vicende inventate su un canovaccio storico. L’artista ha vinto recentemente in Giappone il primo premio per i suoi fumetti dedicati alla vita e all’opera di Plinio il Vecchio.
La ventina di pannelli che costituiscono l’esposizione sono opera del grafico Giacomo Locatelli; i testi sono di Mariagrazia Bernasconi, Luca Bianchi, Fulvia Butti, Giuseppe Coda, Andrea Colagrande, Mauro Fuggiaschi, Paola Gioacchini, Raffaella Macorin, Sara Mazzola, Mimosa Ravaglia.
La mostra, già esposta al pubblico a Como in occasione delle celebrazioni del bimillenario pliniano, sarà visitabile fino al 16 marzo presso la Biblioteca comunale di Erba nei consueti orari d’apertura.
PLINIO IL VECCHIO
Il protagonista dell’opera è Gaius Plinius Secundus (Como 23 d. C. – Stabia 79 d.C.), il più famoso studioso di scienze naturali della storia. Per cultura, progressismo e tolleranza, è stato colui che ha meglio incarnato lo spirito dell’antica Roma. Grazie alla sua ineguagliata curiosità, la sua enciclopedia Naturalis Historia copre tutti gli aspetti del creato, dall’astronomia alla geografia, dalla zoologia alla pittura e alla scultura. La sua opera ha avuto un’enorme influenza sugli studiosi dei secoli successivi.
MARI YAMAZAKI
Autrice di fumetti (mangaka), nata a Tokyo il 20 aprile 1967. Nel 1984 inizia un viaggio in Italia, da sola, per studiare la pittura. Affascinata dalla cultura italiana, a Firenze studia Belle Arti e dopo aver viaggiato per il mondo si stabilisce in Italia dove vive, sposata con un marito italiano. Nelle opere dalla fumettista è evidente il fascino e l’influenza che la cultura greco-romana ha avuto nella sua formazione. Nel 1997 passa un provino per autori emergenti con il suo primo manga.
Yamazaki comincia ad essere pubblicata con una certa regolarità nei primi anni 2000 e tra le sue prime opere ve ne sono diverse ispirate alla sua permanenza in Italia.
Thermae Romae, il suo primo manga ambientato nell’antica Roma, è un bestseller che ha superato i nove milioni di copie vendute.
La sua opera Plinius viene pubblicata a partire dal 2013 ed è ispirata dalla vita del letterato e naturalista romano Gaio Plinio Secondo. Non abbiamo molte notizie riguardanti la sua vita (I sec. d. C.), ma è celebre la sua morte avvenuta durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La mancanza di informazioni dettagliate, che spesso genera discussioni tra gli storici, permette invece all’autrice di fiction di trasformare Plinio in un indomito uomo d’azione. Yamazaki ne inventa parzialmente la biografia, trasformando le innumerevoli e strabilianti note erudite di tipo naturalistico e antropologico presenti nella sua opera in vere e proprie scoperte e osservazioni di prima mano.
Il fumetto si apre a Stabia, con il momento che dovrebbe vedere la morte di Plinio. Da qui inizia un flashback che racconta la vita di Plinio a partire da un’altra eruzione, quella dell’Etna di una ventina di anni prima, in cui conobbe l’altro protagonista, ovvero il suo scriba/segretario Eumes, di origini greche. Eumes diventa in pratica il narratore di Plinio e il tramite col lettore.
La stessa Yamazaki ammette di essere rimasta affascinata dalla vastità degli interessi dell’autore latino, dal suo sguardo stupefatto verso il mondo allora conosciuto, al punto non solo di farne la caratteristica principale del personaggio, ma addirittura di trasformarla nella linfa narrativa dell’intero manga.
Mari, grande viaggiatrice come lo è stato lo stesso Plinio, lo considera l’ideale compagno di viaggio arrivando a definirlo un «maestro dell’anima».
Nei disegni, Yamazaki è aiutata da Miki Tori -mangaka, saggista e sceneggiatore giapponese, che si occupa delle ambientazioni e degli “effetti speciali” in quanto appassionato cinefilo.
Nel 2017, per decisione del Consiglio dei Ministri, è stato conferito a Mari Yamazaki l’Ordine della Stella d’Italia, riservato a coloro che hanno svolto un ruolo importante nella promozione della storia, della cultura e delle tradizioni italiane nel mondo, prima mangaka ad ottenere tale riconoscimento.
IL MUSEO DI ERBA
Conserva ed espone le testimonianze della storia della città di Erba e del suo territorio, ricoprendo l’importante ruolo di custode della cultura e delle radici della comunità locale. L’esposizione illustra le tappe principali della storia del Triangolo Lariano, a partire dalle epoche geologiche – con una ricca sezione dedicata ai fossili – fino all’età moderna, passando attraverso la Preistoria, l’età romana e il Medioevo. Vi è anche una sala del Collezionismo che conserva testimonianze di origine egizia, magnogreca ed etrusca. Il Museo svolge attività di ricerca scientifica e di divulgazione attraverso visite guidate, cicli di conferenze, mostre, attività didattiche, laboratori e si occupa della pubblicazione della rivista dei Quaderni Erbesi. Attualmente il Museo Civico è chiuso per lavori edilizi di ristrutturazione, ma al termine del cantiere riaprirà le porte al pubblico con un allestimento rinnovato.
LA SOCIETÀ ARCHEOLOGICA COMENSE
La Società Archeologica Comense è stata fondata nel 1902 per incrementare lo studio dell’archeologia nel territorio della Provincia di Como.
L’associazione riconosce le sue radici nella Commissione Archeologica Provinciale, di cui fece proprio il periodico, la Rivista Archeologica. La rivista è edita dal 1872, inizialmente diretta da Vincenzo Barelli, pioniere dell’archeologia comasca.
Riconosciuta Ente morale nel 1927, la Società Archeologica Comense annovera oggi oltre un migliaio di soci ed è stata insignita dal Presidente della Repubblica della medaglia al merito della Cultura. L’associazione è stata annoverata dalla Regione Lombardia fra le istituzioni culturali di interesse regionale.
Nel 2002, anno celebrativo del Centenario, il Comune di Como le ha assegnato la benemerenza civica dell’Abbondino d’oro per meriti culturali.