Erba

Strage di Erba: D’Auria rintraccia il “supertestimone”

Lorenzo Colombo 17 Agosto 2013

Cronaca, Erba

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OlindoRomano_RosaBazzi

ERBA – Sembra essere stato rintracciato il “supertestimone” tunisino che nel 2008 si sarebbe recato dalla mamma di Azouz Marzouk per raccontare la sua verità sulla strage di Erba. Una tesi, quella del supertestimone, che scagionerebbe  Olindo Romano e Rosa Bazzi.

A rintracciare l’uomo l’avvocato di Azouz Luca D’Auria che in una intervista al settimanale “Cronaca Vera” ha riassunto la testimonianza del tunisino. “Sono stato di recente a Tunisi e ho incontrato l’uomo che andò dalla madre di Azouz nel 2008 – spiega alla testata nazionale – Il testimone mi ha ribadito ciò che narrò allora alla donna e cioè che all’epoca in Brianza c’erano precise voci che ritenevano colpevoli un gruppo di professionisti, non di origine araba, in quanto, mi ha spiegato, gli arabi non uccidono i bambini”.

Dopo la strage, infatti, sul territorio erano iniziate a circolare voci di un gruppo di professionisti non arabi che avrebbe agito per una vendetta nei confronti di Marzouk. Secondo le voci, vagliate e poi scartate dagli inquirenti, Azouz era entrato in rotta di collisione con un pezzo grosso della ‘Ndrangheta, Maurizio Agrati considerato uno dei bracci armati del clan Coco. Nulla di nuovo, anche perchè questa era stata la prima pista battuta dagli investigatori (una vendetta verso il marito di Raffaella Castagna, uccisa insieme alla mamma Paola Galli e al figlioletto Youssuf e alla vicina di casa Valeria Cherubini) che ha poi lasciato spazio a seguito della supertestimonianza del sopravvissuto Mario Frigerio che riconobbe in Olindo il suo aggressore.

Del misterioso testimone tunisino ne parlò invece lo stesso Azouz, che da allora iniziò a manifestare dubbi sulla colpevolezza di Olindo e Rosa.

L’avvocato D’Auria è, al pari del suo cliente, convinto dell’innocenza dei Romano e ha recentemente depositato il ricorso per la revisione del processo alla Corte di giustizia europea di Strasburgo: “Tornerò per verbalizzare le sue dichiarazioni nell’ottica di una richiesta di revisione del processo. Azouz è convinto di due cose, che gli assassini non siano i Romano e che non si tratti di una vendetta trasversale nei suoi riguardi per vicende inerenti lo spaccio. Io ritengo, invece, che nessuna pista sia preclusa”, ha concluso nella sua intervista al settimanale.