Albavilla

Scomparso Padre Celeste Perlini della comunità Betharramita di Albavilla

Miryam Colombo 10 Aprile 2020

Albavilla, Cronaca

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Padre Celeste Perlini

ALBAVILLA – È scomparso a circa 90 anni nella notte tra mercoledì e giovedì Padre Celeste Perlini della Comunità Betharramita di Albavilla. Il sacerdote, originario della Valtellina, era particolarmente legato anche alla parrocchia di Caslino d’Erba.

Docente di lettere presso la scuola media “San Giuseppe” della Comunità di Betharram di Albavilla, Padre Perlini aveva fatto dell’educazione delle nuove generazioni la propria missione. Missione che portava avanti non solo in classe, ma anche sui campi di pallavolo come allenatore della squadra della scuola e come presidente degli allenatori Fipav nella Provincia di Como.

Ricordato come un “uomo di grande corporatura, ma buono e dolce”, Padre Perlini è stato per lungo tempo una figura di riferimento ad Albavilla prendendosi cura dei più bisognosi: “Era una persona davvero buona e caritatevole, sempre pronta ad aiutare coloro che avessero bisogno – ha ricordato Vittorio Dalla Valle, ex alunno e conoscente – Era anche un validissimo muratore. Un’arte appresa dalla sua famiglia che metteva a disposizione non solo della Comunità di Betharram, ma anche di tutto il paese”.

Sul finire degli anni ’90 Padre Perlini era stato trasferito in Palestina e circa una quindicina di anni fa era tornato in Italia, a Colico. Da circa un anno, invece, si era spostato nuovamente ad Albavilla per svolgere il ruolo di cappellano presso l’Opera Pia Roscio.

Padre Celeste Perlini era inoltre legato in modo particolare alla comunità di Caslino d’Erba, dove era stato per diversi anni collaboratore di don Luigi Colombo. Tante sono state le dimostrazioni di affetto e cordoglio dimostrate nei suoi confronti alla notizia della sua morte improvvisa. A ricordarlo è stato anche il sindaco di Caslino, Marcello Pontiggia: “Padre Celeste Perlini è stato davvero una figura importante per Caslino – ha dichiarato – Ho dei bellissimi ricordi legati soprattutto alla mia gioventù, prima come chierichetto che lo accompagnava nelle benedizioni e poi come giovane della comunità”.