Operazione Daku, la GdF arresta 36 persone e sequestra 140 kg di droga

Lorenzo Colombo 11 Giugno 2016

Cronaca, Fuori provincia

finanza

 

VARESE – 36 soggetti arrestati, oltre 140 kg di droga sequestrati (58 kg di cocaina, 18 kg di eroina, 31 kg di hashish, 34 kg di marijuana), insieme a denaro contante per 170.085 euro, 2 immobili, 1 pistola e 13 autovetture. Questo è il bilancio finale dell’indagine denominata “DAKU”, condotta dai finanzieri del Nucleo PT di Varese, sotto il coordinamento del Pubblico Ministero Dr. Luigi Luzi della Procura della Repubblica di Milano.

L’attività investigativa, avviata nel mese di maggio 2014 e conclusa nei giorni scorsi, trae spunto da circostanziate acquisizioni informative che acclaravano l’esistenza di vari gruppi di soggetti di etnia albanese, in grado di introdurre nel territorio dello Stato consistenti partite di droga, destinandole a connazionali, italiani e magrebini che gravitavano tra Lombardia, Piemonte e Veneto.

All’esito delle prime mirate indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Milano, sono stati individuati i referenti dei sodalizi criminali in parola, prettamente stanziali tra l’Albania e l’Olanda, dove periodicamente si recavano al fine di definire l’acquisto di ingenti quantitativi di droga.

Le articolate indagini, condotte nell’arco di due anni mediante mirate attività di intercettazione, pedinamenti, appostamenti, incrocio ed analisi di dati, hanno consentito di capire che la droga una volta acquistata in Olanda raggiungeva l’Italia attraverso il passo del “Frejus”, del “Brennero” e del “Monte Bianco”, abilmente nascosta all’interno di autovetture, prevalentemente con targa tedesca o francese, dotate di appositi doppifondi raggiungibili con l’apertura di sofisticatissimi congegni meccanici. Tali vani occulti, preparati ad hoc in Spagna dietro esborso di rilevanti somme di denaro, risultavano difficili da individuare ed apribili unicamente con
l’inserimento di uno specifico “spillo” dentro un piccolo forellino, nella maggior parte dei casi nascosto dietro una falsa vite, che permetteva lo sblocco meccanico della serratura.

In alcune occasioni, insieme allo stupefacente, all’interno dei doppifondi, sono stati trovatianche degli apparati telefonici “criptati”, che gli indagati utilizzavano e sostituivano periodicamente, al fine di rendere difficilmente captabili le loro conversazioni.

Giunta a destinazione in Italia, la droga veniva, in alcune occasioni, “tagliata”, raffinata e lavorata all’interno di appartamenti in uso ad insospettabili soggetti, prima di essere introdotta sul mercato e venduto con la collaborazione di altri sodali sempre di etnia albanese.

La droga, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato alla rete criminale un controvalore stimato di oltre 8 milioni di euro.

Le ingenti somme di denaro, frutto delle cessioni delle partite di droga, venivano inviate in Albania, dove venivano riutilizzate per l’acquisto di ulteriori partite di stupefacente da reintrodurre nel territorio italiano. Il trasferimento del denaro, posto in essere perlopiù da donne, avveniva in due modalità ben consolidate: viaggiando in aereo
su tratte comunitarie ed usando impeccabili metodologie di occultamento sulla persona, oppure affidando il denaro agli autisti dei pullman che giornalmente coprivano la tratta Italia-Albania e che, ignari del contenuto, recapitavano i pacchetti con il denaro contante.

Una volta giunto in Albania, al bisogno, il denaro frutto dell’illecita attività posta in essere dal sodalizio, veniva fatto rientrare in Italia a mezzo bonifici bancari effettuati da sconosciuti “prestanomi”. L’attività di indagine, supportata anche da accertamenti economico/patrimoniali, ha permesso di appurare come, le somme di denaro ormai
“ripulite”, consentivano anche di acquistare due unità immobiliari e relative pertinenze, site in una stessa palazzina ubicata nel comune di Asti.

Il complesso monitoraggio dei soggetti investigati, reso ancora più difficile dall’utilizzo di apparati telefonici “criptati”, sostituiti periodicamente dagli stessi al fine di eludere eventuali controlli e monitoraggi da parte delle forze di polizia, ha permesso di compiere numerosi sequestri di droga ed arrestare i destinatari finali dello stupefacente.

L’operazione “DAKU”, condotta con il coordinamento della Direzione Centrale Servizi Antidroga (D.C.S.A.) del Ministero dell’Interno, conferma la costante presenza della Guardia di Finanza nell’attività di contrasto delle organizzazioni criminali transnazionali e dei loro patrimoni illecitamente accumulati.