LECCO/ERBA – Varcavano anche le porte della Provincia di Como, lavorando anche tra Erba, Merone, Orsenigo e Alzate Brianza, gli spacciatori individuati e fermati dalla Squadra Mobile della Questura di Lecco nell’ambito dell’operazione ‘Ronni’.
Un’indagine cominciata nel 2016 e che ha portato ieri, martedì, all’esecuzione di sei misure cautelari, tre in carcere e tre obblighi di dimora, e alla scoperta di un giro di affari per oltre 120 mila euro, con 3 mila dosi di droghe cedute a più di mille acquirenti, identificati per un mercato che si sviluppa ‘porta o porta’.

“L’indagine è partita nel 2016 e si è conclusa nella primavera 2018 – ha detto il Questore Filippo Guglielmino – L’operazione “Ronni”, dal soprannome del primo spacciatore individuato, ha permesso di smantellare un sodalizio criminale costituito da extracomunitari che operava nella parte sud della provincia di Lecco con il classico modus operandi della telefonata. Sono significativi il numero di acquirenti, prevalentemente italiani, e la mole notevole di contatti telefonici, dai tabulati ne sono emersi 12 mila nell’arco di sei mesi. Abbiamo accertato la cessione di circa 3000 dosi, in prevalenza cocaina e in parte eroina, per un volume di affari di 120 mila euro”.
“Oltre al lavoro degli investigatori della Squadra Mobile che voglio ringraziare pubblicamente per l’impegno, la tenacia e la perseveranza – ha proseguito il Questore – ringraziano anche i sindaci di questi comuni della Brianza che, proprio nei mesi scorsi, hanno chiesto un incontro in Prefettura proprio per la recrudescenza di questo fenomeno. Le Forze dell’ordine dal punto di vista della prevenzione possono mettere più pattuglie sul territorio,invano ma di fronte a una organizzazione con una ramificazione così estesa occorre un lavoro di indagine approfondito che dura mesi e perciò la nostra risposta non può sempre essere immediata come si vorrebbe”.
Questi mesi evidentemente non sono passati invano e l’esito dell’operazione rappresenta una risposta chiara in termini di contrasto a un fenomeno che cesserà solo quando non ci sarà più la domanda: “Se prevalentemente gli spacciatori sono cittadini extracomunitari, va detto che la domanda è prevalentemente di cittadini italiani, giovani e meno giovani. Questa è la situazione che abbiamo registrato” ha concluso il Questore. Al centro dell’indagine c’è Younes El Kholti, detto Ronni, latitante ormai da tempo, classe 1988, già raggiunto da provvedimento di custodia cautelare nell’ambito di un’altra operazione.

“Siamo di fronte a soggetti molto mobili, anche intercambiabili – ha spiegato il Commissario Capo Danilo Di Laura dirigente della Squadra Mobile – che portano avanti l’attività senza soluzione di continuità e riuscire a fissarli non è sicuramente facile. Oltre al sistema del ‘call center’ (con un cellulare sempre a disposizione di qualcuno per garantire un’offerta a qualsiasi ora del giorno e della notte), il gruppo si era dotato anche di un vasto parco macchine, anche in prestito da consumatori in cambio di dosi, che scambiavano e riciclavano continuamente, anche durante la stessa giornata, per essere difficilmente individuati dalle forze dell’ordine, sia durante i controlli che i pedinamenti”.
Un sistema che consentiva alla banda di effettuare consegne a domicilio: “Proprio perché erano difficilmente individuabili si spingevano a recarsi direttamente dagli acquirenti per la consegna, in alcuni casi arrivando anche in città. I soggetti sono stati intercettati in alcune abitazioni a Rogeno, principalmente, ma anche a Colle Brianza, Civate e Oggiono. Un’altra particolarità è che nelle cessioni venivano utilizzate delle donne, in particolare una giovane, classe 1991, compagna di uno dei marocchini, che portava la droga con a bordo il bimbo piccolo, e anche questo era un modo per non destare sospetti”.
“Ronni e il suo gruppo erano una vera e propria garanzia per i consumatori ai quali davano un senso di affidabilità – ha concluso Di Laura – e questo ci ha permesso di catturarli. Per prenderli abbiamo utilizzato i tabulati telefonici ma soprattutto le informazioni degli acquirenti, spesso cittadini della classe media inseriti nel contesto sociale”.
Al termine dell’operazione il Gip del Tribunale di Lecco ha emesso un’ordinanza per cinque custodie in carcere e 4 obblighi di dimora. In carcere sono finiti: Lahcen El Kholti (classe 1991), Azdine El Kholti (classe 1964), Mohcine El Idaoui (classe 1992). Sono invece stati sottoposti agli obblighi di dimora: Susan Villa (classe 1991), Aziz Chakhssi (classe 1992) e Essedik Mehni (classe 1990). Proseguono le ricerche dei tre latitanti.