Erba

Omicidio/2. Parlano i vicini: “una famiglia discreta e riservata”

Lorenzo Colombo 16 Luglio 2014

Cronaca, Erba

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erba omicidio via verri, luigia castelnuovo (12)ERBA – In via Verri nessuno poteva immaginare la tragedia che si è consumata mercoledì 16 luglio, dove Luigia Castelnuovo è stata uccisa dal figlio con un colpo di pistola.

I vicini raccontano i Rosa come una famiglia discreta, silenziosa e di poche parole ma certamente non si pensava che il figlio Massimo, che viveva con la madre e il fratello in quel cortile di Erba, potesse arrivare a uccidere l’anziana Luigia Castelnuovo, invalida da ormai 15 anni.

 

Carlo Roda, cugino di Massimo Rosa
Carlo Roda, cugino di Massimo Rosa

Proprio lui, che era sempre al suo fianco e che dormiva accanto a lei da tanti anni.  L’intero vicinato è sotto shock per l’accaduto: dai parenti, ai vicini.

“Luigia era una bravissima donna – ricordano – Non si meritava di morire così. Sapevo che di lei si occupavano i figli ma non immaginavo che potesse succedere questo”.

Eppure in molti avevano notato, negli ultimi tempi, che Massimo era stanco, quasi esasperato dalla situazione a cui era costretta l’anziana madre.

“Non lo conosco bene, gli consegnavo la posta. L’ultima raccomandata pochi giorni fa. Sinceramente non era uno di molte parole, ma da lì a diventare un assassino.. Era molto pallido, quello si”, sono i ricordi della postina, che lo ha visto appena due giorni fa.

Rosa, reduce da poco da un’intervento al cuore, non amava la compagnia: “Stava sempre rinchiuso in casa, non si vedeva mai”, commentano i vicini.

Forse sono proprio la solitudine e lo stress nell’assistere impotente alle condizioni della madre che lo hanno spinto ad ucciderla con  la pistola che era appartenuta al nonno, che era stato un  carabiniere.

“E’ da molto che non vedevo Luigia quindi non so di preciso quali erano le sue condizioni di salute – ha dichiarato Carlo Rosa, cugino di Massimo – Lui non mi ha mai dato segni che potessero far pensare a un fatto simile. Certamente era un po’ stressato dalla situazione, tanto che una nostra parente gli aveva consigliato di farla ricoverare in un centro anziani, ma lui aveva rifiutato, per occuparsene personalmente. Non so cosa possa essere successo per ucciderla con la pistola che era appartenuta a suo nonno”.