COMO – Numerosi posti di controllo, in tutti i paesi dell’erbese e dell’olgiatese, oltre che a Lipomo, Albavilla, Tavernerio, Montorfano e Capiago Intimiano, durante i quali sono state identificate oltre 150 persone ed oltre 100 mezzi. E’ il bilancio del maxi coordinato dei carabinieri della Compagnia di Como, disposto dal Comando Provinciale Carabinieri di Como, per prevenire il verificarsi di reati contro il patrimonio, che ha preso il via nel pomeriggio di ieri, 13 febbraio, ed è terminato questa mattina, 14 febbraio.
I carabinieri di Erba, hanno controllato un edificio dismesso, pericolante e in stato di abbandono, diventato rifugio di senza tetto, e denunciato la proprietaria per omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina.
In orario notturno, tutte le vie di accesso e di uscita dai comuni di Olgiate Comasco, Cavallasca e Capiago Intimiano, sono state presidiate, a più riprese, dalle pattuglie della Compagnia di Como, che hanno in questo modo verificato tutti coloro che accedevano in quei comuni.
Durante le attività, i carabinieri della Stazione di Como hanno denunciato un albanese del 1981 il quale, mentre i carabinieri stavano controllando tutti gli avventori di un bar del quartiere Sagnino per prevenire furti e rapine, dopo aver lasciato in mano ai militari i suoi documenti di identificazione (patente di guida e documento d’identità, ma non passaporto) si allontanava rapidamente non consentendo ai militari di controllarlo: il giovane dovrà ora rispondere di resistenza a pubblico ufficiale). Gli stessi militari, hanno invece denunciato un altro albanese controllato sempre in quella circostanza, perché illegalmente in Italia e colpito da ordine di espulsione.
I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno invece denunciato per tentato furto un 33enne tunisino. L’uomo, alle 20.30 circa, in via Milano a Como, dopo aver tentato di rubare una moto “Adiva” di proprietà di un 50enne di Torno, è caduto a terra venendo immediatamente bloccato dai militari operanti, ai quali dichiarava di aver preso il motorino solo “per tornare a casa”.