ERBA – Il consigliere regionale erbese Daniela Maroni commenta con fermezza il fatale errore che martedì 8 ottobre ha visto coinvolto il servizio unico di chiamata della sede di Varese (112), attivo nelle province di Varese, Como, Lecco, Bergamo e Monza Brianza.
Colpito da malore, un cittadino residente a Como ha telefonato al servizio “Emergenza 112” per chiedere l’invio di un’ambulanza, che però ha raggiunto l’indirizzo sbagliato, a causa dell’errata trasmissione dei dati da parte dell’operatrice del centralino. Il mezzo ha raggiunto la via errata che gli era stata indicata ed è arrivato al corretto domicilio 45 minuti dopo la chiamata ma per lo sfortunato paziente non c’è stato nulla da fare. L’errore del centralino, quindi, è costato la vita all’uomo di soli 59 anni, deceduto in strada in attesa dell’ambulanza.
“L’accaduto impone un’attenta riflessione sul servizio – precisa la Maroni – Già nelle scorse settimane mi ero confrontata in un incontro di gruppo con il governatore Roberto Maroni, evidenziando alcune criticità. E’ evidente che alla luce di quanto successo bisogna impostare diversamente i nuclei operativi, inserendo per ogni turno la presenza obbligatoria di persone che conoscano esattamente il territorio di riferimento, provincia per provincia”.
L’errata comunicazione del recapito nell’episodio di Como, infatti, può essere dipesa dalla non perfetta conoscenza del reticolo viario cittadino da parte dell’operatrice incaricata. “In situazioni di emergenza, quando anche i minuti sono decisivi nella lotta tra la vita e la morte, non si possono commettere errori di questa portata – aggiunge il consigliere erbese – E per non commettere errori, bisogna essere preparati al meglio”.
Il servizio, gestito dall’Azienda Regionale Emergenza Urgenza, rappresenta un modello unico in Italia: tutte le telefonate di emergenza confluiscono in un’unica centrale operativa del servizio di emergenza 112 (anche se il chiamante compone un altro numero di emergenza: 113,115, 118). Gli operatori della centrale localizzano il richiedente, individuano l’esigenza, poi smistano le chiamate all’ente competente per la gestione (Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Emergenza Sanitaria).