Intossicazioni da monossido: il vademecum dell’Asl per evitare incidenti

Lorenzo Colombo 20 Novembre 2015

Attualità, Cronaca

vigili-del-fuocoCOMO – Le intossicazioni da monossido di carbonio non sono poi così rare e anche  in Provincia sono stati diversi i casi che si sono registrati, per questo l’Asl ha realizzato una sorta di vademecum nel quale fornisce utili consigli su come evitare spiacevoli incidenti domestici che possono arrivare anche a mettere a repentaglio la vista.

Con l’inizio della stagione fredda, difatti, aumenta la necessità di riscaldare le abitazioni e può aumentare di conseguenza anche il rischio di intossicazioni da monossido di carbonio se gli impianti termici utilizzati sono difettosi o se si ricorre a sistemi di riscaldamento di fortuna.

Anche a Erba, negli scorsi anni, sono accaduti alcuni episodi e in certi casi intere famiglie erano state costrette a recarsi in pronto soccorso per le necessarie cure. Il monossido di carbonio è un gas privo di odore, colore e sapore e quindi non viene percepito. I primi sintomi dell’intossicazione sono: mal di testa, nausea e vomito, debolezza, difficoltà di respiro, aumento della frequenza cardiaca, difficoltà di coordinare i movimenti, confusione mentale.

“E’ importante riconoscerli e non confonderli con altre patologie (ad es. un’intossicazione alimentare o l’inizio dell’influenza virale) in quanto si tratta di un vero e proprio avvelenamento che può essere curato se riconosciuto precocemente – spiegano dall’Asl di Como – Le intossicazioni da monossido di carbonio continuano a costituire un evento preoccupante Negli ultimi anni si verificano circa 250 eventi all’anno in Lombardia e con circa 350 decessi in tutta Italia. Nella nostra provincia mediamente si sono registrati circa 10-15 eventi all’anno con coinvolgimento di 20-25 persone”.

E’ facile quindi dedurre che le intossicazioni da CO rappresentano quindi una costante minaccia per la salute pubblica e che occorre mantenere sempre elevata l’attenzione verso la prevenzione di questo rischio.

I dati relativi agli eventi locali e regionali mostrano che maggiormente a rischio sono i cittadini extracomunitari e le fasce socialmente deboli della popolazione  – continuano dall’Asl – Gli apparecchi termici più frequentemente coinvolti sono caldaie a fiamma libera, scaldaacqua, braciere mentre le cause più frequenti di intossicazione sono causate manutenzione carente, ostruzione delle aperture di ventilazione o impianti irregolari. In genere le intossicazioni domestiche sono causate da irregolarità gravi dell’installazione degli impianti termici o carenze di manutenzione”.

Quali sono dunque i pericoli in cui i cittadini possono incorrere? Particolarmente pericolosa è la presenza di impianti termici in locali non idonei come camere da letto e bagni, e l’uso di bracieri in locali chiusi. Altra situazione a rischio è la coesistenza in uno stesso locale di caldaie a tiraggio naturale e caminetti a legna: la loro contemporanea accensione può far sì che il tiraggio del caminetto crei una depressione nel locale e quindi il ritorno dei fumi della caldaia nel locale stesso.

Attenzione anche all’uso di seconde case in montagna: le canne fumarie, inattive per lunghi periodi, possono risultare ostruite per mancanza di interventi di pulizia o per la presenza di foglie secche, nidi di animali ecc.

L’Asl ha dato quindi dei consigli, per evitare spiacevoli situazioni che potrebbero causare addirittura la morte.

“Si raccomanda pertanto di non accendere bracieri o griglie in locali chiusi né per la cottura né per il riscaldamento e di far installare gli impianti termici da personale tecnico esperto in grado di rilasciare le certificazioni di conformità alle norme di sicurezza e sottoporre gli impianti ai controlli periodici” Evitare quindi il “fai da te” e soluzioni artigianali improvvisate.

E ancora: far pulire periodicamente dal tecnico specializzato le canne fumarie dei caminetti e delle stufe a legna possibilmente prima dell’inizio della stagione di riscaldamento; assicurare un’efficiente aerazione nei locali dove si trovano gli impianti tramite aperture regolamentari che non devono essere ostruite e verificare al momento dell’acquisto che gli apparecchi siano corredati di istruzioni per l’uso e rispettarle.