ERBA – Parole toccanti quelle che hanno chiuso il funerale di Antonio Bartesaghi (vedi articolo).
Dapprima è stata letta la bella preghiera del Vigile del fuoco in congedo.
Poi l’attuale responsabile del distaccamento di Erba, Ferruccio Miotto, ha letto, emozionato, parole di ricordo e affetto. “In una canzone dei Vigili del fuoco si dice “Il pompiere paura non ha”. Antonio, da buon pompiere, ha fatto moltissimi interventi, nei quali paura e pericolo andavano superati. E poi, sempre da buon pompiere, Antonio ha superato anche una delle paure più difficili: la malattia. Una malattia che lo ha costretto a letto negli ultimi mesi e che per lui ha sicuramente rappresentato, oltre che una sofferenza fisica, anche una sofferenza legata all’impossibilità di uscire di casa quando suonava la sirena. Noi pompieri ci siamo sentiti persi nel non vederlo e nel non sentire le sue domande. Anche dopo il congedo, spesso ci raggiungeva con la sua auto sugli interventi e, in disparte, ci guardava e, se aveva delle osservazioni, al termine, ce le faceva notare ma con grande discrezione. Quando era al distaccamento, invece, si sedeva al centralino e rispondeva al telefono e alla radio. Non sarà assente, sarà solo invisibile e noi continueremo ad immaginarcelo, davanti all’utopompa, con tutte le sue domande. Ha fatto 35 anni di corse, a tutte le ore. E poi, quando ha raggiunto i limiti di età, è entrato nell’associazione nazionale dei Vigili del fuoco ed è stato presidente della sezione della provincia di Como. Ha sempre espresso il suo pensiero con determinazione e nelle discussioni aveva sempre grande rispetto. Ha avuto tanta passione per i pompieri e, da buon padre, l’ha trasmessa ai figli e ai nipoti. Antonio ha risposto alla chiamata, come rispondeva alla sirena, con prontezza, e oggi, lassù, è il terzo giorno da pompiere“.
Un saluto anche da parte del sindaco, Marcella Tili. “Dico grazie ad Antonio da parte dell’Amministrazione e della città di Erba. Grazie per essere stato un imprenditore e un volontario, ma soprattutto un grande amico della nostra città. Un amico che ha speso la sua vita per il volontariato, seguendo gli stessi valori di suo nonno e di suo padre, gli stessi che lui, a sua volta, ha tramandato a figli e nipoti”.