CANTU – Ieri, martedì, i Carabinieri della Compagnia di Cantù e del R.O.S., hanno eseguito due Ordinanze di Custodia Cautelare nei confronti di due soggetti indagati per i reati di tentato omicidio in concorso, lesioni personali e detenzione abusiva di arma da fuoco. Il tutto con l’aggravante del metodo mafioso.
L’indagine è iniziata la notte del 10 ottobre 2015, quando i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile canturino sono intervenuti a Cantù, in una via del centro, dopo che due giovani erano feriti alle gambe dall’esplosione di almeno otto colpi d’arma da fuoco esplosi da una distanza ravvicinata. L’atto, una vera e propria “gambizzazione”, era stato diretto principalmente contro uno dei due feriti, Ludovico Muscatello, ventitreenne calabrese, nipote del capo della locale della ‘ndrangheta di Giussano e Mariano Comense, tratto successivamente in arresto nel corso dell’inchiesta “Crociata”. Il secondo ferito, verosimilmente casuale, aveva riportato delle lesioni giudicate guaribili in pochi giorni.
Al termine di indagini particolarmente complesse ed approfondite, svolte grazie alla sinergia tra i Reparti dell’Arma (R.O.S., Nucleo Investigativo e Compagnia Carabinieri di Cantù), i militari sono riusciti a ricostruire i fatti di quella notte, riuscendo ad individuare e ad incastrare i responsabili dell’atto di violenza. E’ stato accertato che il movente dell’agguato è stato dovuto ad un alterco tra i due arrestati e Muscatello, avvenuto alcuni giorni prima dell’attentato in una discoteca di Cantù per futili motivi.
Al termine delle indagini, coordinate dal sapiente lavoro della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, i Carabinieri sono riusciti a trarre in arresto i due autori dell’attentato, colpiti da Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Tribunale di Milano. Costoro sono due cittadini calabresi, residenti a Cantù e già noti alle Forze dell’Ordine perché già autori, in passato, di reati contro la persona.
Durante le fasi di individuazione e di cattura di uno dei due soggetti, questi, a bordo di un ciclomotore, alla vista dei militari, ha tentato la fuga, cercando anche di speronare la macchina dei Carabinieri. Immediatamente raggiunto, l’uomo è stato trovato in possesso di circa 260 grammi di cocaina pura, nascosti in alcune tasche del giaccone che indossava. Per questo motivo l’uomo è stato anche arrestato in flagranza di reato per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.