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Poste, Cisl Laghi: “Agosto rovente per i cittadini comaschi”

Caterina Franci 3 Agosto 2016

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COMO – La fase d’avvio della riorganizzazione del settore recapito postale a Como si è conclusa e non pochi sono i disservizi che stanno emergendo. Una disorganizzazione che per Stanislao Pisani, Coordinatore territoriale di Como Slp Cisl dei Laghi, “non certo addebitabile ai lavoratori o ai loro diretti superiori  ma causata principalmente dalle decisioni aziendali assunte a livello regionale e nazionale”.

Per il coordinatore “il nuovo modello organizzativo non può essere standardizzato su tutto il territorio nazionale in egual modo. Non è stata considerata la diversa morfologia che caratterizza la provincia di Como e neppure il carico e la tipologia di corrispondenza che caratterizza il nostro territorio.  Ai responsabili locali non sono ancora stati forniti nuovi mezzi, strutture e tutte quelle condizioni necessarie previste nel progetto e che avrebbero potuto agevolare e facilitare la consegna della posta. Soprattutto non sono stati rinnovati i contratti ai postini precari, che hanno affiancato diligentemente i colleghi veterani nell’ultimo anno, in un momento in cui tra la nuova riforma del servizio di recapito e il periodo di ferie estive, sarebbero stati ancora una volta utili a far si che venisse fornito un servizio puntuale e di qualità alla cittadinanza. Tale disorganizzazione sta causando giacenze di posta nei centri di recapito, che solo grazie alla buona volontà dei colleghi che vanno ben oltre le loro mansioni e compiti, rendono la situazione meno drammatica di quel che diversamente sarebbe stata. L’Azienda come li ricompensa?  Sta facendo slittare le giornate di ferie programmate da diversi mesi. Addirittura, in alcuni casi, le sta mettendo in discussione, in palese violazione del contratto”.

Non migliore la situazione degli Uffici nella Provincia di Como, come ha osservato Pisani: “Già come da diverso tempo stiamo denunciando, la forte carenza di personale nella provincia, mette a rischio l’apertura quotidiana degli Uffici. A Como e provincia servirebbero almeno una cinquantina di persone in più, soprattutto impiegati. Gli Uffici più grandi sono costretti a rimanere sotto organico per “prestare” personale a quelli più piccoli (anch’essi in forte criticità), causando rallentamenti e disagi per i cittadini.  Il personale, a tutti i livelli, è costretto ad operare in condizioni precarie, esposto alle proteste dell’utenza e, purtroppo, anche a insulti da parte dei clienti arrabbiati; nonostante cerchi in tutti i modi di agevolare le situazioni, andando ben oltre le loro competenza, mettendoci “la faccia” al posto dei dirigenti che sono la causa principale di questa situazione, se non altro perché non fanno nulla per porvi rimedio” ha concluso Pisani.