Como

Estorsione, usura e traffico di droga: 54 fermi per associazione di stampo ‘ndranghetista

viviana 16 Novembre 2021

Como

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COMO – Circa quindici anni di presenza della ‘ndrangheta nelle province di Como e Varese ricostruita dalla complessa attività di indagine coordinata dalla Procura Distrettuale di Milano e condotta dalla Squadra Mobile di Milano insieme al Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Como.

Fin dalla mattina di oggi, 16 novembre, le fiamme gialle stanno seguendo 54 provvedimenti di fermo di indiziati per delitti legati a estorsione, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione.

La collaborazione tra  la DDA di Milano e la DDA di Reggio Calabria ha consentito di individuare persone di origine calabrese, provenienti dalla piana di Gioia Tauro e presunti appartenenti alla cosca Molè, che avrebbero indotto con le intimidazioni gli imprenditori del comasco e del varesotto al pagamento di ingenti somme di denaro, per poi acquisire la totale gestione e controllo di attività economiche.

L’indagine ha consentito di fotografe tre periodi storici, caratterizzati da altrettante modalità di
assoggettamento del territorio:
periodo 2007/2010, caratterizzato da numerosi episodi di estorsione a danno di imprenditori locali;
periodo 2010/2019 in cui, alle estorsioni, si sarebbe aggiunto il controllo e la gestione economica di appalti molto remunerativi e relativi al servizio di pulizia di grandi imprese. Appalti che sarebbero stati ottenuti dall’organizzazione grazie alla “collusione” di un imprenditore, che si presentava quale “faccia pulita”, titolare formale di cooperative operanti nel settore. Con tali cooperative sarebbe stato ideato e attuato un articolato sistema di frode finalizzato all’evasione fiscale attraverso cui sarebbe stata finanziata l’associazione di stampo mafioso;
periodo 2018 sino ad oggi che ha visto la ripresa di episodi di estorsione nei confronti di piccoli e medi imprenditori e di semplici cittadini.

Le attività degli indagati, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero interessato diversi settori come quello del trasporto conto terzi, la ristorazione, servizi di pulizia e facchinaggio. Esempio eclatante quello di un  noto ristorante milanese che sembra essere stato  gestito da una società riconducibile agli indagati. I gestori, infatti, avrebbero evaso le tasse per poter pagare gli indagati arrivando così alla bancarotta.

Agli indagati sarebbe inoltre contestato, in via indiziaria, l’utilizzo di modalità estorsive, di violenze e di fatti di illecita concorrenza che avrebbero consentito di gestire i sub appalti di una nota e storica società lombarda
operante nel settore della produzione di bevande e connessa logistica. Le commesse di trasporto acquisite illegalmente sarebbero state poi spartite tra i vari affiliati consentendo a tutti lauti guadagni accresciuti dal ricorso sistematico a false fatturazioni.

All’attività di estorsione si sarebbe allineata anche quella relativa al traffico di stupefacenti, rivolta presumibilmente alla vicina Svizzera, in particolare il Cantone San Gallo divenuto una vera e propria base logistica per alcuni dei soggetti indagati che vi sarebbero insediati stabilmente, dedicandosi prevalentemente ai traffici di droga proveniente dall’Italia.

In questo filone, le attività d’indagine sono state effettuate avvalendosi di una Squadra Investigativa Comune costituita tra l’Autorità Giudiziaria Italiana e il Ministero Pubblico della Confederazione per la Svizzera.

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