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Como, emergenza migranti in stazione, la Lega scende in piazza

Caterina Franci 5 Agosto 2016

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La situazione all’esterno della Stazione di Como

 

COMO – “La stazione di Como è ormai irriconoscibile. Si tratta di una porzione di città strappata ai cittadini e diventata terra di nessuno dove le norme non valgono più. In poche settimane i clandestini da una cinquantina sono diventati più di 300 e la “macchina” del soccorso e dell’assistenza potrebbe arrestarsi da un momento all’altro“.

Lo ha dichiarato con forza Alessandra Locatelli, segretario Cittadino della Lega Nord di Como, che in questi giorni sta monitorando la situazione con sopralluoghi nell’intera area adiacente la stazione S. Giovanni.

“Le condizioni drammatiche in cui sono costretti a vivere i clandestini – ha spiegato Locatelli – non sono più accettabili per loro e nemmeno per noi. Ci sono tende, coperte e rifiuti sparsi in tutto il parco, vestiti stesi sullo scalone che porta all’ingresso e gente buttata per terra sotto i portici, anche di fronte ai binari, a tutte le ore del giorno e della notte. Mancano i controlli sanitari e le forze dell’ordine sono costrette a turni pesantissimi e ad orari straordinari per garantire un presidio costante 24 ore su 24″.

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Alessandra Locatelli

 

Una situazione fuori controllo e indecorosa, come ha chiosato il segretario Cittadino del Carroccio, così come ingiustificabile è l’assenza delle Istituzioni: “Credo sia giunto il momento di chiedere anche ai cittadini indignati di sollecitare Sindaco e Prefetto, richiamandoli alle loro responsabilità. Per questa ragione annuncio che sabato 6 agosto la Lega Nord di Como sarà presente con un gazebo in via Boldoni dalle ore 9.30 alle ore 19.30”.

Durante il presidio come spiegato verranno raccolte le firme sull’esposto all’attenzione di Sindaco e Prefetto, che la Lega provvederà o a protocollare nei rispettivi uffici di competenza a partire da lunedì 8 agosto.

“Questa iniziativa – ha concluso – è aperta a tutta la cittadinanza ed è tesa a sollecitare le Istituzioni locali, che invece non hanno ancora coscienza di quello che sta accadendo, per provvedere tempestivamente dapprima allo sgombero degli spazi illegalmente utilizzati per l’accoglienza, e poi procedere al ripristino di una condizione di normalità”.

“È necessario evitare che altri clandestini partano con false speranze. La Svizzera ha provveduto coerentemente a presidiare i propri confini e da li non passeranno, ma non possono nemmeno restare a Como. Si tratta di persone che non intendono farsi identificare nel nostro paese e che dunque non faranno richiesta d’asilo. Devono essere rimpatriati” è la conclusione di Locatelli.