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Spesa: multe fino a 100 mila€ per sacchetti non biodegradabili

Admin Altreforme 13 Novembre 2013

Attualità, Economia/Lavoro, Erba

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Sacchetti della spesa stop alla plastica multeERBA – Sacchetti di plastica fuorilegge: da oggi, mercoledì 13 novembre, entra in vigore il decreto del ministero dell’Ambiente che vieta l’utilizzo di sacchetti per la spesa in materiale plastico, non biodegradabile. Scattano dunque anche le sanzioni amministrative che vanno da 2.500 fino a 100 mila euro se la violazione riguarda quantità ingenti di sacchetti per l’asporto.

Una bella batosta per i punti vendita che non si sono ancora adeguati alla normativa.

Ad essere banditi sono quei sacchetti senza marchio o con i marchi oggi fuorilegge in Italia, ovvero quelli in polietilene, polietilene a bassa densità e polietilene ad alta densità. Vietati anche i finti nuovi sacchetti ecologici (oxodegradabili in polietilene) che in realtà non sono biodegradabili e non sono compostabili anche se riportano scritte e diciture che richiamano all’ecologia e all’ambiente. Sono fatti di polietilene (PE) addizionato di sostanze che alla luce frantumano in tanti pezzetti il sacchetto. Non possono essere utilizzati nemmeno i sacchetti di plastica riciclata, riconoscibili dal marchio “Plastica Seconda Vita”, che, grazie alla loro robustezza, si riutilizzano più volte e sono ottenuti da plastica proveniente dalla raccolta differenziata.

Quindi, come riconoscere i sacchetti biodegradabili? Al tatto sono “mollicci“ e sono ottenuti da amido di mais, di patata o poliestere. Guardando il sacchetto bisogna fare riferimento alla dicitura di conformità della norma EN 13432:2002 e cercare sul sacchetto la frase “Prodotto biodegradabile conforme alle normative comunitarie EN 13432” che di solito viene riportata lateralmente o nella zona frontale. Una seconda possibilità è di cercare i marchi che attestano la certificazione della biodegradabilità come “OK Compost” e “Compostable”. Tali loghi sono inoltre dotati di un codice seguito da un numero (Sxxx o 7wxx) riferito a ogni azienda produttrice che deve assicurare anche la tracciabilità. Sono regolari anche i sacchetti riutilizzabili in juta, tessuto, polietilene, polipropilene, tessuto non tessuto, cotone, rete, carta purché rispettino lo spessore previsto dalla legge (60 micron).

Va ricordato che il divieto non riguarda al momento i sacchetti per imbustare frutta e verdura in polietilene utilizzati nei reparti ortofrutta dei vari negozi e market, non essendo ritenuti “da asporto” ma a “protezione” dell’alimento.

Ecco una guida utile per capire meglio la normativa: SACCHETTI PER LA SPESA – LA TABELLA: GLI AMMESSI E I FUORILEGGE