Sormano

Sormano, paese della solidarietà, “Impariamo da ciò che abbiamo vissuto”

Miryam Colombo 12 Maggio 2020

Attualità, Sormano

SORMANO – È notizia di qualche giorno fa che il Comune di Sormano riuscirà a garantire anche per il mese di maggio l’erogazione dei buoni spesa per le famiglie in difficoltà. Un traguardo reso possibile grazie alla grande solidarietà mostrata in paese durante l’emergenza e che il sindaco si augura possa essere da guida della comunità anche in futuro.

I buoni spesa

“Quando è iniziata questa emergenza ho pensato subito che per qualche famiglia si sarebbe presentato un problema economico impellente – ha spiegato il sindaco -. Il Governo ci ha assegnato ai primi di aprile con il primo decreto 4.300 euro. Siamo intervenuti in favore di 15 famiglie. Parlando con degli amici intelligenti e generosi ho fatto presente che avrei voluto fare di più, ma che era complicato come sempre dalla mancanza di fondi. Il giorno dopo mi hanno versato 3000 euro assicurandomi la loro disponibilità anche in seguito”.

E così il 10 aprile il Comune di Sormano è riuscito a erogare i primi buoni spesa ponendosi poi l’obiettivo di garantire l’aiuto anche per il mese di maggio. Tempi burocratici lunghi, passaggi obbligati e, soprattutto, la mancanza di fondi sembravano, però, allontanare la meta tanto da renderla apparentemente irraggiungibile. Ma non tutto era perduto.

Giuseppe Sormani, sindaco di Sormano

 

“Vincendo la mia indole orgogliosa che mi fa chiedere veramente con fatica, ho preso il telefono e giovedì alle 16 ho chiamato dichiarando apertamente: ‘Ho bisogno altri 1500 euro per aiutare le famiglie in difficoltà’- ha raccontato il sindaco – Passati 10 minuti, sul conto corrente del Comune veniva fatto il versamento e venerdì venivano predisposti i buoni che sabato abbiamo distribuito. Questo per le domande già approvate il mese scorso. Abbiamo poi riaperto il bando e vaglieremo anche le nuove richieste. C’è tempo fino al 15 maggio”.

“Tanti cittadini si stanno complimentando con noi per come ci siamo comportati in questa emergenza e credo siano parole sincere – ha aggiunto il primo cittadino – Fin dall’inizio della pandemia e poi dal decreto dell’8 marzo, il Comune ha sempre inviato ai cittadini direttive chiare, rapide e precise. Anche quando da Stato e Regione arrivavano informazioni confuse, il Comune ha sempre indicato in modo chiaro la strada da seguire e in più di una occasione le nostre indicazioni sono state poi confermate dalle autorità. Sono convinto che, grazie all’aiuto di tanti nel paese, abbiamo fatto un buon lavoro”.

Il “sogno” di una comunità più solidale

Accanto alle iniziative di sostegno, il Comune si è fatto promotore di alcuni servizi di carattere pratico come il servizio whatsapp che permette di inviare comunicazioni e aggiornamenti in tempo reale agli oltre 150 cittadini ad oggi iscritti oltre alla produzione e l’acquisto delle mascherine. A Pasqua, poi, un gesto di vicinanza e incoraggiamento alle famiglie con la distribuzione delle colombe pasquali “che hanno dato veramente un senso di unità alla cittadinanza”, come ha precisato il sindaco che ha poi aggiunto: “Sia io che la vicesindaco che le impiegate del Comune abbiamo passato ore al telefono a consigliare i cittadini, a spiegare, a indicare il da farsi. Credo sinceramente che il Comune sia stato in questi due mesi un riferimento importante e solido per i nostri cittadini e anche per quelli che si sono trasferiti regolarmente nelle seconde case”.

Gesti semplici, ma di valore che portano con sé una grande speranza: “Dopo questi mesi in cui tutti abbiamo temuto e temiamo di veder entrare nelle nostre case la malattia e la morte mi piacerebbe constatare che ci ha un poco cambiati tutti in meglio – ha poi aggiunto il sindaco – Mi piacerebbe che coloro che vengono aiutati si sentissero parte attiva della comunità, capissero che l’aiuto viene dato perché tutti siamo un paese, unito, nelle cui sorti tutti dobbiamo sentirci coinvolti. Mi piacerebbe non veder solo chiedere, ma che anche loro si proponessero di essere di aiuto per gli altri come e quando potranno, e che la grande maggioranza dei cittadini, quella che difficoltà non ne ha, in questi frangenti sentisse l’importanza di vivere strettamente e solidalmente il rapporto con la comunità”.

“‘Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti’ scriveva Cesare Pavese in un passo celebre de “La luna e i falò”. Questo è il vero patrimonio nell’essere parte di un paese – ha concluso Sormani – Non siamo usciti dall’emergenza e purtroppo credo che dovremo affrontare altre difficoltà. So che è un sogno romantico, ma questa volta invece delle scontate, micragnose, inutili critiche del bar, che imperversano di solito, mi piacerebbe vedere che questo periodo difficile ci ha insegnato a guardare la vita, nostra e degli altri, con uno spirito meno filisteo e più valoriale. Vorrei vedere le tante persone per bene del mio paese che dicono: ‘Abbiamo apprezzato quello che avete fatto’. Questi sono 10, 50, 100 euro perché il mese prossimo a Sormano non ci sia un bambino che non ha il latte o una famiglia senza cena. Avete lavorato bene, ci fidiamo di voi e vogliamo aiutarvi. Ecco questo mi piacerebbe”.