San Primo, il Coordinamento: “Ecco le proposte per un futuro sostenibile”

Redazione 11 Marzo 2024

Attualità

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BELLAGIO –  In questi giorni si parla della possibilità che il progetto che riguarda il Monte San Primo venga rivisto entro il mese di marzo. A tale scopo, nelle scorse settimane il Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’, che raccoglie 35 associazioni, ha inviato alla Comunità Montana del Triangolo Lariano, al Sindaco del Comune di Bellagio e agli altri sindaci del territorio, un importante documento dal titolo ‘Proposte per un futuro sostenibile del Monte San Primo’ (il testo completo qui https://bellagiosanprimo.com/suggerimenti/  ).

Il testo è stato elaborato in collaborazione con alcuni cittadini, che – alla pari dello stesso Coordinamento – considerano il territorio del Monte San Primo prezioso non solo da un punto di vista ambientale, ma anche paesistico, culturale e antropologico.

Le considerazioni contenute nel documento sono l’espressione dell’intenso dibattito nato in seguito al progetto di fattibilità “OltreLario: Triangolo Lariano meta dell’outdoor”, approvato nel 2022 dalla Comunità Montana e dal Comune di Bellagio, basato sul finanziamento pubblico di 5 milioni di euro, provenienti dal Ministero dell’Interno, dalla Regione Lombardia e dalla stessa Comunità Montana.

“Come indicato nella premessa del documento, come Coordinamento crediamo fermamente che una riqualificazione della zona del San Primo – che possa costituire un volano per l’intero territorio –non debba essere associata a pratiche invasive di un ambiente fragile, ma alla voglia di apprezzare luoghi capaci di ridarci il gusto di vivere in sintonia con la natura. Per questo confidiamo in una revisione del progetto ‘OltreLario’, intesa ad assicurare uno sviluppo più rispettoso e sostenibile per l’area del Monte San Primo. Il documento analizza molti aspetti, ambientali, sociali ed economici, che riguardano il territorio del Monte San Primo. Tra questi sottolineiamo:

–       la crisi climatica e le dirette conseguenze sull’innevamento, da cui la nostra richiesta di rinunciare alla realizzazione di nuovi impianti sciistici, poiché non è ammissibile pensare ad opere, anche di piccole dimensioni, per la produzione di neve artificiale che, oltre a richiedere notevoli investimenti finanziari, comportano notevole consumo di energia e acqua; inoltre come Coordinamento chiediamo, in ogni caso, la dismissione di tutti gli impianti esistenti con il relativo ripristino ambientale;

–       l’assetto idrogeologico del Monte San Primo (caratterizzato dalla presenza di complessi carsici tra i più rilevanti in Italia), che richiede la massima tutela delle acque; infatti sversamenti di inquinanti nel sottosuolo del monte verrebbero trasferiti alle sorgenti utilizzate anche per uso potabile; l’aumento delle presenze turistiche potrebbe avere conseguenze sulle acque sotterranee, vista anche la mancanza del servizio di fognatura pubblica nella località San Primo di Bellagio;

–       la tutela e conservazione dei boschi e dei pascoli, che devono essere salvaguardati e ‘valorizzati’: il mantenimento in montagna delle attività agro-silvo-pastorali, rispettose dell’ambiente, oltre a favorire il mantenimento della biodiversità, possano rappresentare – abbinati a forme di turismo sostenibile – la chiave per uno sviluppo duraturo in montagna; il tutto risulterebbe coerente col Piano di Indirizzo Forestale di cui la Comunità Montana Triangolo Lariano si è dotata nel 2023;

–       la possibilità di migliorare l’offerta per l’attività escursionistica: infatti il Monte San Primo è frequentato da escursionisti durante l’intero arco dell’anno ed è attraversato dal Sentiero Italia; da una rete sentieristica di qualità ben tracciata, servita e manutenuta, traggono vantaggio gli escursionisti, turisti e camminatori, e quindi l’economia del territorio;

–       l’utilizzo di alcuni edifici esistenti nella località San Primo di Bellagio; tra questi citiamo l’Alpe del Borgo (già ristrutturato nel 2013 con fondi UE, ma da allora mai utilizzato) che presenta tutte le potenzialità per diventare un’attività di ristoro e punto di sosta adiacente il Sentiero Italia, con la possibilità di far rivivere l’alpeggio; poi l’ex Colonia Bonomelli (abbondonata da decenni, recentemente acquisita dal Comune di Bellagio) per la quale servirebbe una riqualificazione ponderata a causa delle grandi dimensioni, dei costi di ristrutturazione, delle future problematiche gestionali e della sua compatibilità con l’equilibrio ambientale di tutta l’area;

–       la mobilità nell’area, che oggi è quasi esclusivamente automobilistica con mezzi privati, con conseguente impatto su territorio e qualità dell’aria; occorre invece favorire l’incremento dei servizi di trasporto pubblico ed evitare la realizzazione di nuovi parcheggi con il relativo consumo di suolo; come esempio proponiamo bus navetta nei giorni festivi dalla stazione di Canzo-Asso;

–       la nostra proposta (già contenuta nelle nostre osservazioni alla variante del PGT di Bellagio) affinché l’area del San Primo venga inserita in un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS), proprio in considerazione della sua valenza ambientale, paesaggistica e faunistica.

“Nelle conclusioni, abbiamo ricordato come la salvaguardia dell’autenticità del Monte San Primo può e deve essere una realtà, a patto che si riconosca la sua valenza ambientale e la sua vulnerabilità. In tal senso ogni forma di sviluppo turistico, economico e di incremento delle attività umane deve necessariamente mettere al primo posto la tutela del territorio.

“Sulla base delle considerazioni e proposte, il Coordinamento ‘Salviamo il Monte San Primo’ conferma la propria disponibilità ad un confronto con tutti i soggetti, istituzionali e non, interessati al futuro del Monte San Primo, fiduciosi che esse vengano tenute nella dovuta considerazione prima dell’elaborazione di un nuovo progetto” concludono.