Referendum per la Lombardia autonoma: Maroni soddisfatta

Lorenzo Colombo 19 Febbraio 2015

Attualità, Politica

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Daniela MaroniMILANO – “Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione?” Toccherà direttamente ai cittadini lombardi decidere sul quesito perché ieri il Consiglio regionale ha approvato la proposta di referendum consultivo ai sensi degli articoli 25 e seguenti della legge regionale 34/1983.

Maggioranza compatta tanto che l’Aula ha approvato, come previsto dallo Statuto, con i 2/3 dei consensi. A favore 58 consiglieri (Lega Nord, Lista Maroni, Forza Italia, NCD, Fratelli d’Italia, Pensionati, Gruppo Misto e M5S), contrari 20 (PD, ad eccezione del consigliere Corrado Tomasi che ha votato a favore, e Patto Civico).

Un voto importante dietro al quale non vi è nessuna ideologia di partito, ma un’azione per dare un senso politico alla Lombardia. – commenta il Consigliere Segretario Daniela Maroni – Vediamo di essere, almeno una volta, lombardi ponendo al centro la libertà dei cittadini. Sin da subito ho ritenuto che il referendum fosse la forza del preannuncio del popolo, più decisivo di un intervento al Governo. Ora il Consiglio regionale ha messo in atto un potente strumento di democrazia per fare esprimere a ciascun cittadino la propria volontà”.

Critica Daniela Maroni anche sul rispetto del Patto di stabilità che Regione Lombardia continua ad osservare: “La Lombardia, regione virtuosa – spiega – si vede scippare del denaro da destinare a quelle regioni che hanno sforato il patto di stabilità. Un esempio: il Lazio che, nonostante non abbia rispettato i vincoli, non deve pagare alcuna sanzione in quanto presentato un emendamento nel decreto Milleproroghe. Ora tocca ai lombardi, ora tocca ai cittadini esprimersi perché dobbiamo fermare quella emorragia di capitali che la Lombardia manda a Roma”.