COMO – Più diplomati e laureati ma l’occupazione giovanile è in riduzione in Provincia di Como. Il numero di diplomati nelle scuole di Como è salito nel 2018 fino a sfiorare le 3.950 unità e il tasso di conseguimento del diploma – calcolato sulla popolazione residente con 19 anni di età – è aumentato dal 67,1% al 68,5%; un dato che sottolinea e conferma la propensione dei giovani residenti in provincia alla formazione. Fra i diplomati (e qui va considerato che una quota di studenti comaschi frequenta istituti in provincia di Varese) si conferma elevata (e in aumento) la quota dei liceali che incide per il 47% rispetto al 45% dell’anno precedente.
Negativo a Como e provincia invece l’andamento dell’occupazione giovanile: l’insieme dei giovani con occupazione si riduce in misura consistente registrando una variazione pari al -10% (da 13.300 unità nel 2016 a 12.000 nel 2017). Si riduce il tasso di occupazione giovanile dal 23,8% (2016) al 21,5% (2017), mentre torna a salire – anche se in misura contenuta quella relativa alla disoccupazione – dal 21,4% (2016) al 22,6% (2017).
Lo sottolinea il report diffuso in occasione di Young 2018 a Lario Fiere di Erba ed elaborato dal Gruppo Clas in collaborazione con Osservatorio Economico Provinciale della Camera di Lecco e Lariodesk Informazioni Ufficio Studi della Camera di Como e Sviluppo Impresa.
Lo studio disegna uno quadro con tinte differenti per l’area comasca (dove i giovani occupati calano del 10% in un solo anno, da 13.300 unità nel 2016 a 12.000 nel 2017) ma per entrambe le province viene rammentato un problema già evidenziato in passato, ovvero il “mismatch”, il non incontro, fra le richieste delle aziende e l’offerta di lavoro rappresentata dai giovani.
Le imprese, pur avendo incrementato nell’ultimo anno le assunzioni di personale laureato, segnalano ancora difficoltà di reperimento di personale funzionale alle proprie esigenze; difficoltà derivanti da una ridotta presenza di figure, oppure dalla presenza di figure non rispondente alle necessità aziendali.
La conseguenza più evidente di questo ‘gap’ è che le imprese cercano personale adeguato al di fuori del territorio e lo stesso fanno i giovani lecchesi e comaschi, che trovano occasioni di lavoro fuori provincia e pure all’estero.
Nelle province di Como e di Lecco la quota di persone che lavora fuori dal territorio è in crescita, e lo è in misura particolare per la fascia giovanile. In provincia di Como il flusso di maggior rilievo in uscita continua ad essere generato dalla capacità attrattiva del Canton Ticino: quasi 4.000 giovani; essi rappresentano il 32% dei giovani comaschi che lavorano fuori provincia e il 15% circa di tutti i giovani con un impiego indipendente. Assolutamente marginale invece la quota di giovani lecchesi con un posto di lavoro in Canton Ticino.
Le figure professionali che trovano con maggior intensità occupazione fuori provincia sono quelle riconducibili a profili “High skill”: a Lecco sono in uscita per il 43% (2017), con un deciso incremento rispetto al 2010 (35%) di peso anche le uscite da Como (39%) in aumento, negli ultimi anni.
Diverso lo scenario per i diplomati negli ultimi anni, sia in provincia di Como che in quella di Lecco, che non bastano a soddisfare il fabbisogno delle imprese, un disallineamento che negli ultimi anni è meno evidente in provincia di Lecco per l’aumento dei diplomati sul mercato del lavoro e la domanda delle imprese che si comunque è ridotta a causa della crisi.
Nel 2018 è tornato a salire il numero degli studenti che si sono diplomati o che hanno ottenuto una qualifica nei Centri e negli Istituti Professionali (3.070 unità rispetto alle 2.860 dell’anno precedente) e in termini percentuali si registra una crescita pari al 7,3%.
Per quanto riguarda gli studenti universitari infine a Como, nel corso del 2016, hanno conseguito la laurea (triennale, specialistica magistrale) poco più di 2.550 studenti, registrando una leggera flessione rispetto all’anno precedente (-0,8%), mentre il calo è più elevato rispetto al 2014 (-3,4%), anno in cui si è registrato il livello più alto a partire dall’anno 2000